Tra gli esclusi illustri dalle liste del Pd, il sardo Gian Piero Scanu, ex sindaco di Olbia poi parlamentare nella legislatura uscente, che fa un'amara riflessione sulle ragioni che potrebbero aver portato il partito a questa scelta.

"Affronto con piena serenità la mia esclusione dalle liste dei candidati PD per il prossimo Parlamento", dice in un documento diffuso oggi. "Sarà perché l'avevo abbondantemente messa nel conto, mi viene spontaneo di viverla come un evento già previsto, del tutto atteso. Non nego che la cosa mi provochi comunque molta amarezza. Essere stato accuratamente "selezionato per lo scarto", non è esattamente una cosa esaltante. E ancora meno lo è il vedersi sottrarre la possibilità di continuare a lavorare per la propria Terra, nell'esercizio di un "privilegio democratico" talmente elevato da sfiorare i confini della sacralità.

Ma non sono triste.

E neppure arrabbiato.

Anzi, se non corressi il rischio di apparire incline al masochismo, mi verrebbe da dire che sono quasi contento.

Molto amareggiato ma quasi contento.

Non si tratta di un ossimoro, ma della sincera esplicitazione del mio stato d'animo.

Credo, infatti, di poter sostenere che la mia mancata candidatura non sia stata generata da colpe o negligenze compiute sul piano della condotta personale o dell'azione politica.

Niente di tutto ciò.

Ritengo, viceversa, di aver "pagato" per la mia condizione di apolide rispetto agli schieramenti correntizi presenti nel PD. E per essere stato un "diversamente renziano", libero ed indipendente, oltreché del tutto indifferente alla seduzione magica del "giglio".

Ma credo che ci sia anche dell'altro.

Penso di essere stato "punito" per il tipo di attività parlamentare svolta nel corso della legislatura, e particolarmente negli ultimi due anni, nella veste di presidente della Commissione di inchiesta sull'uranio impoverito.

Non è stato "gradito" il lavoro della Commissione. La determinazione nella ricerca della piena conoscenza dei fatti, nelle caserme come nei poligoni di tiro.L'intransigenza rispetto agli interlocutori ed agli apparati. La "velleitaria" volontà di dare al Paese nuove leggi, all'insegna del rispetto della salute e della sicurezza delle donne e degli uomini, oltreché della rigorosa tutela dell'ambiente.

Sono stati anni vissuti "in direzione ostinata e contraria", fra mille resistenze, soprusi e pericoli di ogni sorta.

Quando la politica è debole il Parlamento è anemico ed il Governo è esangue.

Questo è ciò che penso.

Con questi presupposti, non sarebbe nemmeno lontanamente immaginabile un allentamento del mio impegno politico nel corso della imminente campagna elettorale, quasi che la sottrazione del "veicolo parlamentare" bastasse ad allontanarmi dal dovere etico dell'impegno politico!

Neanche per sogno.

Tutt'altro !!!

Continuerò a cercare di fare la mia piccola parte, con tutte le mie forze e per tutti i giorni che verranno.

Sosterrò attivamente il mio partito, il PD, girando l'Italia e la Sardegna, per invocare il consenso in nome della nostra Costituzione.

Nessuna diserzione, quindi, ma, all'opposto, una militanza politica ancora più intensa.

Sempre senza orario e senza bandiera".

(Unioneonline/cr)
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