Dopo il trionfo elettorale e un giorno di riposo, Giorgia Meloni si butta a capofitto nella costruzione della squadra di governo. Una giornata di riunioni e telefonate, nel pomeriggio un incontro con Antonio Tajani.

Primo snodo decisivo è quello della Presidenza delle Camere, con cui si apriranno le danze della legislatura. Numerose le ipotesi, tutte legate alla composizione del governo: due nomi che circolano sono quelli di Tajani e Giancarlo Giorgetti per la Camera (che tuttavia potrebbero andare anche al governo) e Ignazio La Russa per il Senato.

Quanto alla squadra di governo, la leader di FdI premier in pectore ha l’idea di nominare due vicepremier per blindare l’alleanza, Tajani e Matteo Salvini. Meloni ne ha già parlato con il coordinatore di Forza Italia e presto ne parlerà con il leghista, oggi impegnato nel consiglio federale del Carroccio che gli ha rinnovato la fiducia sollecitando per lui un “ruolo importante” nel governo.

Quel che è certo è che Giorgia Meloni non vuole mandare Salvini al ministero dell’Interno, ruolo che il leghista aveva richiesto anche dai palchi in campagna elettorale.

“La cosa che si aspetta il Paese è che siano scelte le persone migliori, persone che vadano al ministero lunedì mattina alle 8 e ci stiano almeno fino al venerdì alle 19, che si studino i dossier”, mette in chiaro Guido Crosetto, quasi certo tra i futuri ministri così come il fedelissimo della Meloni Francesco Lollobrigida.

LE IPOTESI

Una lista ufficiale non c'è, ma di ipotesi sul tavolo ce ne sono parecchie così come di schemi per “dividere” le quote dei ministri tra i vari partiti. Sotto la lente di osservazione restano i dicasteri chiave: la Farnesina, il Viminale e il Tesoro.

Per l’Economia in pole c’è Fabio Panetta, attualmente nel board della Bce. Un personaggio di area ma non legato strettamente a un partito potrebbe andare agli Esteri, casella a cui guarda con interesse Forza Italia per Tajani, vista la sua lunga esperienza in Europa. Ma continua ad avere quotazioni alte anche l'ex ministro Giulio Terzi di Sant'Agata, eletto nelle file di Fdi con un passato alla Farnesina nel governo Monti.

Capitolo Viminale: l’idea Salvini è ormai in caduta libera, ma la casella potrebbe andare a un uomo a lui vicino. Ad esempio Matteo Piantedosi, capo di gabinetto quando Salvini era al ministero dell’Interno. In alternativa c’è un altro prefetto, Giuseppe Pecoraro.

Per la Difesa circola anche il nome di Tajani, che come abbiamo visto può essere piazzato in diverse caselle. Altri ministri in quota FI sono Anna Maria Bernini, Elisabetta Casellati e Licia Ronzulli: per quest’ultima difficile la Salute, viste le sue posizioni molto pro Green pass, più probabile l’Istruzione.

Lucio Malan (FdI) è in pole per i rapporti con il Parlamento, Giulia Bongiorno della Lega alle Pari Opportunità. Per la Giustizia circolano i nomi di Carlo Nordio, in quota FdI, e dell’ex procuratore nazionale Antimafia Nicola Gratteri. Quanto ai leghisti, ci sarà un ministero per Giorgetti se non dovesse andare sullo scranno più alto di Montecitorio.

E potrebbe tornare a Roma Letizia Moratti, ora vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia: per lei ipotesi Cultura o Sanità.

(Unioneonline/L)

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