A Elmas, al teatro Maria Carta, per presentare i progetti dell'associazione culturale Schierarsi. Alessandro Di Battista, nel recente passato una delle anime del Movimento 5 Stelle, adesso è di nuovo in campo con un'associazione che - assicura il fondatore - non è un partito (poi chissà). Per lui a Elmas tanti applausi, un'accoglienza calorosa. Nel teatro che può accogliere al massimo 200 persone non c’è un posto libero.

Presenti tanti ex elettori 5 Stelle, delusi dalle scelte e dalle strategie del Movimento. Con lui il presidente dell’associazione Luca Di Giuseppe, il tesoriere Danilo Puliani, i referenti sardi Marina Pomodoro e Donato Martiello. Di Battista guarda con distacco, da ex, quello che succede all’interno di quella che è stata la sua casa politica: «Le lotte interne non mi interessano. Mi sembra una vita lontana. Non rinnego nulla. È un’esperienza che mi ha forgiato, ma fa parte del mio passato».

Molto attento alla politica estera, ora al centro dei suoi interessi con la questione israelo-palestinese, durissimo con lo Stato di Israele: «Uno Stato terrorista. Gli israeliani hanno ucciso 45.000 persone a Gaza e migliaia in Cisgiordania, da occupanti. Abbiamo raccolto 78.000 per la legge di iniziativa popolare per il riconoscimento dello Stato della Palestina, un traguardo sacrosanto per il popolo palestinese.

Alessandro Di Battista non esprime giudizi sulla Giunta guidata da Alessandra Todde, la prima a guida 5 Stelle in Italia. E prima di congedarsi dai giornalisti e di ricevere l’abbraccio dei simpatizzanti, un pensiero alle mobilitazioni per l'ambiente contro le speculazioni, come quella che tanti sardi stanno affrontando per contrastare l’assalto eolico e fotovoltaico: «Sono lotte sociali per il futuro».

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