Al quarto giorno di votazioni per il presidente della Repubblica torna a farsi strada il nome di Elisabetta Belloni (LA GIORNATA). 

Romana, 63 anni, diplomatica, è oggi la direttrice del Dis, il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Il ruolo le è stato affidato nel maggio scorso da Mario Draghi, dopo che per due anni l’ex premier Giuseppe Conte lo aveva tenuto per sé.

Tra il 2016 e il 2021 (quindi con i ministri Paolo Gentiloni, Enzo Moavero Milanesi e Luigi Di Maio) è stata segretario generale del ministero degli Esteri, la carica diplomatica più importante di tutte e in cui a maggio è stata sostituita dall’ambasciatore originario di Ghilarza Ettore Sequi.

PRIMA DONNA – Belloni – che parla quattro lingue e vanta, tra le onorificenze, la Legion d'onore ricevuta dalla Francia – è stata la prima donna a guidare l’Unità di crisi, a dirigere la Cooperazione allo Sviluppo, la prima capo di Gabinetto di un ministro degli Esteri. Nel 2004 gestì la tragedia dello tsunami nel sudest asiatico con migliaia di turisti italiani in zona. Arriveranno a stretto giro il rapimento di Giuliana Sgrena e l'uccisione di Nicola Calipari in Iraq, il rapimento di Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, i delicati casi di tecnici italiani finiti nelle mani dei guerriglieri nigeriani.

Tra le prime ammesse a iscriversi al liceo Massimo di Roma - quando l'istituto gesuita, frequentato anche dal premier Mario Draghi, decise di non essere più solo maschile – nel 1982 ha ottenuto la laurea in Scienze Politiche all’Università Luiss di Roma: tre anni dopo è diventata per concorso Volontario nella carriera diplomatica. Il punto di partenza di una carriera sfavillante.

Riservatissima, della sua vita privata si sa poco: è rimasta vedova cinque anni fa, dopo la morte del marito Giorgio Giacomelli, anche lui ambasciatore. Chi la conosce bene parla di lei come una donna con un personalità forte, molto determinata, che crede nel ruolo delle donne, "particolarmente idonee - aveva sottolineato anni fa in un'intervista - perché hanno quasi per natura una propensione alla decisione senza tentennamenti e all'assunzione di responsabilità anche quando ciò comporta dei rischi personali".

Non è la prima volta che il suo nome viene fuori quando si parla di vertici delle istituzioni: la sua è una figura che piace a destra e a sinistra. E in questo momento in cui l’intesa su un nome di parte pare impossibile, il suo sembra trovare l’accordo di tanti. Tra le ipotesi anche quella che vada a sostituire Mario Draghi a Palazzo Chigi nel caso in cui l’attuale premier salga al Colle.

(Unioneonline/D)

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