Definisce Sassari "capitale della politica perché ci ha dato uomini come Cossiga, Segni e Berlinguer" e scatta subito l'applauso e l'entusiasmo. Matteo Renzi ha concluso a Sassari il suo giro di Sardegna. Un tour dove il sindaco di Firenze ha toccato, visto e sentito un po' tutte o quasi le sfumature dell'Isola. Dal dolore del Sulcis all'entusiasmo di Sassari.

Oristano- Davanti ad una platea di oltre mille persone, fra cui moltissimi anziani, dopo essersi scusato per averli fatto attendere un'ora in piazza Roma a Oristano, Matteo Renzi, in città per le primarie, ha voluto subito precisare: "Quando parlo di rottamare non ce l'ho con gli anziani, ma con quelli che stanno in Parlamento da 25 anni ed anche di più". Per farsi sentire e vedere anche da chi non è riuscito a strappare la prima fila, fra loro il sindaco di Oristano Guido Tendas, Renzi è salito in piedi su una sedia. I temi sono gli stessi di questi giorni: "la crisi non si risolve con i tagli alla politica ma se non fai i tagli non hai la credibilità per risolvere la crisi. E' colpa anche di questa sinistra che ha mandato a casa due volte il proprio governo se abbiamo avuto Berlusconi per 20 anni", ha chiarito il candidato alla leadership del centrosinistra.

CAGLIARI - Oltre un migliaio di persone, fra cui anche qualche esponente di altri partiti del centrosinistra, molti giovani e qualcuno anche dell'Udc e del Pdl, hanno accolto alla Fiera di Cagliari il sindaco di Firenze. Il suo esordio ha avuti i tratti dello show. "La mia autobiografia la firma Maurizio Crozza", ha detto lanciando il video del comico andato in onda nei giorni scorsi. Poi è giunto il momento delle questioni serie e spinose.

Sempre a Oristano Renzi ha detto: "Vorrei un'Italia dove si trova lavoro se si conosce qualcosa e non se si conosce qualcuno". Il finale del sindaco di Firenze è improntato all'ottimismo: "La nostra nazione ha tutte le condizioni per uscire dalla crisi, chi dice il contrario dice balle. Non voglio lasciare l'Italia ai soliti noti. Se vinceremo, da qui ad un mese un nuovo progetto sarà possibile. Agli italiani e agli oristanesi non chiedo benzina per il camper ma benzina perché l'Italia possa tornare a sorridere".

A NUORO - Accoglienza calorosa a Nuoro per Matteo Renzi, in Sardegna per un tour di due giorni per le primarie. Dopo le contestazioni ricevute ieri nel Sulcis oggi bagno di folla prima a Oristano e quindi nel capoluogo barbaricino. Al saluto ed alla richiesta di non scordare l'isola da parte uno degli 825 operai della Legler in cassintegrazione, l'azienda tessile nuorese chiusa da tempo, Renzi ha risposto che è necessario considerare con attenzione l'industrializzazione della Sardegna centrale. Il sindaco di Firenze, dopo la tappa odierna di Oristano, ha raggiunto alle 14 Nuoro dove, in piazza Mameli, lo hanno atteso centinaia di cittadini. Breve comizio, circa mezzora, e quindi di nuovo partenza in direzione Olbia, mentre in serata, alle 21, è previsto un suo comizio a Sassari.

A OLBIA - "Sono in un territorio come la Gallura che ha saputo fare dell'accoglienza un must. E' difficile per voi non ricordavi di quando vi hanno ingannato con le promesse sul G8 di La Maddalena, tante promesse mai realizzate". E' uno dei passaggi del discorso di Matteo Renzi, a Olbia, penultima tappa del suo tour elettorale di due giorni in Sardegna che si è concluso a a Sassari. "Noi un programma ce l'abbiamo - ha detto Renzi - e prima della fine della campagna elettorale faremo l'elenco dei posti di lavoro che andremo a mettere in campo con le nostre proposte. Perchè noi vogliamo il cambiamento e vogliamo un Paese all'altezza dei sogni degli italiani".

LA GIORNATA DI IERI - Appena arrivato nel capoluogo sardo, prima di entrare al Centro Congressi della Fiera, Renzi si è soffermato con un gruppo di lavoratori della Energit, azienda del Gruppo Alpiq che rischiano il licenziamento. L'esponente del Pd ha ascoltato le ragioni di questi lavoratori e ha detto che s'impegnerà per promuovere un incontro con il ministro Corrado Passera. Durante l'incontro alla Fiera ha poi riservato un passaggio alle contestazioni che lo hanno accolto nel Sulcis: "I fischi ricevuti ? Capita, perché è difficile credere nella politica". "Noi siamo qui perché non rinunciamo a credere. Non lasceremo la politica ai Batman e agli Scilipoti di turno", ha aggiunto Renzi.- "Per essere credibile in politica è necessario ridigitare il pin dell'autoriforma".

LA ROTTAMAZIONE - "Il termine non vuol significare dire a D'Alema e Veltroni di farsi da parte, e se lo fanno anche negli altri schieramenti male non fa. La rottamazione per qualcuno è una parola brutta, volgare e antipatica, ma significa che se si è stati in Parlamento 20 anni e si è contribuito a ridurre il Paese come sta adesso allora si può anche riposare - ha aggiunto il sindaco di Firenze -. Non è un fatto anagrafico ma di risultati, il punto è avere delle idee o non averle". Renzi ha ribadito che "il parlamentare che vuole fare la riforma delle pensioni ci faccia la cortesia di abolire il suo vitalizio" e che "è impensabile che ci sia il finanziamento pubblico ai partiti". Parlando poi di trasparenza ha fatto vedere un cartello con la scritta "Fai il pieno al camper" ricordando che "tutti i nomi di chi ha donato qualcosa sono pubblicati, come le fatture nel sito del comune di Firenze" Poi una provocazione: "Vorrei proprio conoscere nel dettagli tutte le spese della Rai visto che ci chiede il canone".

L'AUTOCRITICA - "Non mi si dica che il problema è Berlusconi, il problema è che il centrosinistra ha una grande responsabilità e in questi 20 anni ha finto di combattere Berlusconi". "Non abbiamo portato il cervello all'ammasso e - ha aggiunto - ci ricordiamo i fatti che portarono alla caduta del Governo Prodi e all'inciucio D'Alema".

LE POLITICHE FISCALI - "Tutto ciò che si ricava dalla lotta all'evasione bisogna metterlo nell'abbassamento della pressione fiscale"."In Italia - ha sottolineato - manca un vero sistema fiscale che incroci le banche dati del sistema pubblico perché solo così si sa tutto di tutti. Dobbiamo arrivare ad un sistema per il quale lo Stato invia a casa del cittadino la dichiarazione di redditi precompilata e il cittadino la controlla e la firma prima di rispedirla indietro - ha ipotizzato Renzi -. Se le cose sono più semplici la partita è più facile". Mostrando un'infografica, Renzi ha poi ribadito che in Italia il potere d'acquisto dei cittadini è crollato: "16 milioni di italiani che guadagnano meno di 1500 euro al mese, mentre la spesa pubblica intermedia è calata solo del 10% pari a 215 miliardi".

L'IPOTESI DELLA SCONFITTA - "Se perderò le primarie non chiedo nessun premio di consolazione, non voglio diventare né ministro né sottosegretario perché le primarie rappresentano una battaglia di idee e non per una seggiola". Lo ha detto Matteo Renzi concludendo il suo intervento. Renzi ha mostrato al pubblico una gigantografia dei candidati alle primarie nel centrosinistra prima delle elezioni in cui ha vinto la coalizione guidata da Romano Prodi. "Non so come finiranno le primarie, ma il nostro compito è fare di questa comunità un luogo non rassegnato e dare un briciolo di speranza all'Italia e la politica è la tenace costruzione della speranza. Non c'è una ricetta magica per uscire dalla crisi - ha affermato il sindaco di Firenze - ma questa crisi può essere battuta dalla buona politica. Per quanto mi riguarda se perderò le primarie mi metterò a disposizione".

RENZI NEL SULCIS - Ho capito la rabbia che c'è qui, il tempo delle parole e delle chiacchiere è finito, è arrivato il momento che la politica faccia qualcosa per questa terra". Con queste parole, pronunciate davanti al bar dove ha preso un caffè con la gente del posto, Matteo Renzi si è congedato dai sostenitori e dalle numerose persone che l'hanno accolto questa sera ad Iglesias. All'interno del bar, il sindaco di Firenze si è fermato a parlare anche con i lavoratori, appalti e diretti dell'Alcoa di Portovesme, che l'avevano contestato qualche minuto prima in piazza Sella e qualche ora prima a Carbonia. I lavoratori hanno spiegato che la contestazione non aveva nulla di personale con Renzi ma una forma di dissenso verso la politica in generale. L'esponente del Pd ha spiegato che lui non ha mai avuto incarichi nel governo e che dunque non può avere responsabilità di questa situazione di crisi.
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