Faro dell’Ispettorato generale del ministero della Giustizia su 13 Procure della Repubblica, tra cui due in Sardegna. 

Lo ha reso noto il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove, intervenendo alla Camera per rispondere a un'interrogazione del deputato di Azione Enrico Costa.

Si tratta delle Procura di Avellino, Brescia, Cagliari, Ferrara, Catanzaro, Frosinone, Livorno, Rimini, Rovigo, Tempio Pausania, Vercelli, Latina, Torino, sulle quali, ha spiegato Delmastro, l’Ispettorato «ha attivato il monitoraggio» per quanto riguarda le loro modalità di comunicazione sui procedimenti penali in corso.

Delmastro ha confermato come il Governo intenda «garantire la presunzione d'innocenza, evitare la spettacolarizzazione mediatica, che tanto male ha fatto alla stessa percezione che i cittadini hanno della giustizia» e ha parlato della «necessità di rivedere completamente la disciplina degli atti istruttori con particolare attenzione alle intercettazioni» ricordando le «innovazioni normative» introdotte, «tese a rafforzare la privacy del terzo estraneo». Ha quindi ricordato come si ampli «l'obbligo di vigilanza del Pm anche sui brogliacci» e si stabilisca «il dovere del giudice di stralciare tutto ciò che riguarda i terzi» vietando che si indichino «i loro dati». «In sede di emendamenti - ha sottolineato il sottosegretario - si è quindi previsto il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare».

Enrico Costa è proprio il deputato che ha proposto la modifica al codice di procedura penale, approvata alla Camera (con Azione che ha votato assieme al centrodestra) e in attesa di via libera dal Senato, che vieta la pubblicazione letterale delle ordinanze di custodia cautelare.

Una norma discussa, ritenuta dai giornalisti una sorta di “bavaglio” alla libera informazione. Di queste ore la nota diffusa dalla Fnsi in merito, dove si legge: «Il 19 dicembre scorso la Camera dei deputati ha approvato una modifica al codice di procedura penale per vietare la pubblicazione delle ordinanze cautelari, integrali o per estratto, fino al termine dell'udienza preliminare. Il testo, presentato da Enrico Costa (Azione), è stato votato da tutto l'arco parlamentare, ad eccezione di M5S, Pd e Alleanza Verdi e Sinistra. Se anche il Senato dovesse approvare la norma –sottolinea l’Fnsi - l'autonomia dei giornalisti sarebbe compressa».

«Saremmo costretti – prosegue l’Fnsi – a essere meno precisi, analitici e verificabili nel racconto di un atto che è pubblico come la privazione della libertà personale, con il rischio di sapere molto poco fino all'udienza preliminare, diversi mesi o anni dopo il presunto reato. Solo due esempi di inchieste giornalistiche che hanno trovato, nella libertà di informare, ragioni per arrivare alla verità e dare giustizia: il caso di Stefano Cucchi, la vicenda della funivia precipitata dal Mottarone.

Ne sarebbero danneggiati – conclude la nota – tutti: i cittadini che fruiscono le notizie, i magistrati, i legali di parte e chi è sottoposto alla misura cautelare».

(Unioneonline/l.f)

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