Lunedì 24 gennaio iniziano le votazioni alla Camera per eleggere il nuovo presidente della Repubblica. E sono ore convulse per le forze politiche, tra incontri, abboccamenti, trattative e un toto-nomi pressoché continuo.

Il Partito Democratico, assieme al Movimento 5 Stelle e a Leu, ha avanzato l’ipotesi di lanciare verso il Colle Andrea Riccardi, 72 anni, docente di Storia contemporanea e studioso della Chiesa cattolica, tra i fondatori della Comunità di Sant’Egidio e ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione nel Governo Monti.

“Il mio profilo ideale è lui, per quello che rappresenta, per ciò che fa, per esperienza istituzionale. È l'unico italiano che ha ottenuto il Premio Carlo Magno, maggiore riconoscimento europeo”, ha spiegato il segretario dem Enrico Letta.  E anche per il presidente dei 5 Stelle Giuseppe Conte “ha le caratteristiche giuste”.

Di diverso avviso, invece, Matteo Renzi: “Riccardi è una persona straordinaria, gli voglio molto bene, ha fatto benissimo il ministro, ma credo che non abbia nessuna possibilità di essere eletto. Il M5s lo vuole come candidato di bandiera, per stare sui giornali. Ma questo non è Sanremo, non si vince il premio della giuria", ha detto il leader di Italia Viva. Che, invece, mette l’accento sull’opzione Pierferdinando Casini, che potrebbe trovare gradimento anche nel centrodestra (ma non nel M5S): “Sicuramente quando ha fatto il presidente della Camera lo ha fatto bene”.

Proprio nel centrodestra, orfano della candidatura di Silvio Berlusconi, che ha deciso di fare un passo indietro, si cerca invece una nuova strategia.

"Sarebbe pericoloso per l'Italia in un momento difficile reinventarsi un nuovo governo da capo, fermerebbe il Paese per giorni e giorni. La Lega non vuole questo", ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini dopo la riunione con i suoi governatori e delegati regionali. Di fatto respingendo l’ipotesi di un trasloco di Mario Draghi da Chigi al Quirinale, eventualità già bocciata, seppur sotto forma di auspicio, dallo stesso Berlusconi, nell’annunciare la sua rinuncia alla candidatura per il Colle. 

Il centrodestra, a parte il niet a Draghi, non fa però trapelare nomi papabili. 

Carlo Calenda, leader di Azione, invece indica come possibile soluzione allo stallo Marta Cartabia, ministro della Giustizia: "PD-5S 'ragionano su Riccardi'; Renzi 'ragiona su Casini'; La destra, dopo il ritiro di Berlusconi, non ragiona. Eppure c'è una figura perfetta per il ruolo di Presidente della Repubblica. È stata Presidente della Corte ed è Ministro della giustizia; è persona equilibrata e sopra le parti: Marta Cartabia".

Ma secondo i beninformati non è nemmeno escluso che possa tornare in auge l’ipotesi, remota ma non troppo, di un Mattarella bis, nel caso in cui i partiti si incartino senza trovare nomi spendibili e soprattutto in grado di non mettere in crisi l’ampia – ma fragile - maggioranza su cui si regge il governo. 

Non per niente il leader dl Pd Enrico Letta, ospite di “Che tempo che fa”, ha dichiarato che un Mattarella bis "sarebbe il massimo, la soluzione ideale e perfetta, spiegando che “sarà uno dei temi di cui parlerò con Salvini” prima del voto alla Camera. 

(Unioneonline/l.f.)

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