Il sottosegretario leghista Claudio Durigon nella bufera in seguito a una video-inchiesta di Fanpage secondo la quale, durante una cena, avrebbe detto: "Quello che fa le indagini sulla Lega lo abbiamo messo noi".

Parole che fanno esplodere la reazione dei Cinque Stelle che chiedono a gran voce le sue dimissioni. Piena solidarietà invece da parte dei suoi, che anzi annunciano iniziative legali.

"Il sottosegretario Claudio Durigon - raccontano fonti leghiste - è tranquillamente al lavoro. Nello stesso tempo il suo avvocato ha già presentato dieci querele". Esplicito il sostegno del segretario: "Mi sembra una vicenda surreale: i 5Stelle si stanno agitando per nascondere i problemi di Grillo", commenta Matteo Salvini. "Visto come vanno i processi, le confische e i sequestri che subisce la Lega e che subisco io, non mi sembra che ci sia nulla di condizionato, anzi...”, aggiunge il leader del Carroccio.

E Durigon stesso, al Senato, smorza ogni tensione: "Ma dai, lasciamo stare...", risponde laconico a chi gli chiede un commento sulle accuse.

Ma la polemica scoppia anche nell'Aula di Montecitorio. Eugenio Saitta (M5S) chiede che il ministro dell'Economia Daniele Franco riferisca sulle affermazioni di Durigon. Il leghista Edoardo Ziello replica stizzito: "Pensate a quello che ha detto il sottosegretario Macina".

I toni si alzano parecchio e ad un certo punto, al centro dell'emiciclo, alcuni deputati della Lega e dei 5 Stelle vengono quasi alle mani. Intervengono i commessi e la seduta viene sospesa per qualche minuto.

Poco dopo, l'ex ministro Danilo Toninelli diffonde una nota in cui chiede la testa del sottosegretario: "Non può più rappresentare il governo italiano. Quanto emerge dal video-inchiesta non lascia spazio a dubbi. In attesa che possa intervenire anche la magistratura, già oggi possiamo dire che il nostro principio costituzionale di 'disciplina ed onore' che un rappresentante delle istituzioni come lui deve seguire sia venuto meno. Questo basta e avanza perché Durigon si dimetta dal delicato quanto importante ruolo di sottosegretario all'Economia". Anche il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni giudica la vicenda gravissima: "Consiglierei al senatore Salvini - incalza - di smetterla con le sue ossessioni nei confronti delle Ong, e di dedicarsi piuttosto a quanto viene denunciato".

"Piena fiducia” nella Guardia di Finanza viene dai pm milanesi. I magistrati titolari del fascicolo "nel confermare la fiducia nei militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf che hanno indagato su Lombardia Film Commission ribadiscono la tempestività, la professionalità e il rigore negli accertamenti che sono stati loro delegati".

(Unioneonline/L)

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