La commissione Sanità, presieduta da Antonio Mario Mundula (Fdi) ha espresso parere favorevole, con l’astensione della minoranza, alle delibere di Giunta riguardanti case e ospedali di comunità, strutture per minori, formazione degli operatori sanitari, procreazione assistita e oratori.

Approvato anche il Documento di economia e finanza regionale con i voti favorevoli della maggioranza, l’astensione del Pd e il voto contrario di Progressisti e Leu.

Le seconda parte della seduta, alla quale ha partecipato l’assessore della Sanità Mario Nieddu, è stata interamente dedicata ai problemi della “copertura” territoriale del servizio sanitario regionale e alle modalità di reclutamento del personale medico.

Il tema è stato introdotto dal capogruppo della Lega Pierluigi Saiu secondo il quale “la situazione delle realtà periferiche non è migliorata perché i vincitori di concorso si orientano verso le aziende più grandi”. Per Daniele Cocco di Leu è necessaria la “ricognizione urgente del personale medico sul territorio regionale”.

Per il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus ”la finestra pensionistica di quota 41 causerà molte altre uscite. Nello stesso tempo, occorre intervenire anche sui punti di pronto soccorso, perché stanno diventando una alternativa agli ambulatori”.

Per il Pd il capogruppo Gianfranco Ganau “l’obiettivo della riforma di spostare la sanità verso i territori è fallito più per problemi di cattiva organizzazione che per la mancanza dei medici, che c’è ma non appare drammatica, in base ai dati del Ministero della Salute”. 

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha evidenziato che il Nuorese è diventato “l’epicentro della crisi del sistema sanitario ma in realtà si tratta di una crisi che tocca tutta la Sardegna. La crisi si può superare – ha concluso – con una revisione profonda del modello organizzativo e, in emergenza, col riequilibrio territoriale dei fondi per la sanità privata”. Stesso appello, quello delle “radicali modifiche organizzative”, lanciato anche da Annalisa Mele dei Riformatori.

L’assessore Nieddu ha riconosciuto che “quella della carenza di personale medico è la prima causa dell’emergenza del sistema, anche perché le coperture non sono uguali in tutte le realtà e quella dei concorsi, che pure sono stati banditi in modo massiccio, si è rivelata una strada non risolutiva perché, da parte di molti professionisti, sono stati visti come un surrogato alla mobilità. Occorrono perciò – ha sostenuto - misure straordinarie che esulano però dalla competenza delle Regioni. Per questo, posto che non si possono ‘filtrare’ le partecipazioni a questo o quel concorso, la stessa conferenza delle Regioni e tutti gli assessori regionali della Sanità hanno chiesto l’intervento del Governo nazionale. Se poi si volesse ripristinare il ‘surplus’ dei contratti estivi – ha precisato - è chiaro che servono altre risorse”.

Quanto alle liste d’attesa, Nieddu ha poi ricordato “lo stanziamento di 21 milioni, impiegato molto parzialmente a causa del Covid e ora rimodulato ma comunque insufficiente a colmare la carenza di medici ospedalieri”. Per quanto concerne il riequilibrio della risorse alla sanità privata, “esiste da un lato il problema della ‘spesa storica’ che può essere modificato solo da una riforma legislativa nazionale e, dall’altro quello delle strutture, che non hanno una distribuzione omogenea sul territorio regionale”.

(Unioneonline/D)

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