"Una delle decisioni più sofferte da quando ho iniziato a fare politica”. Così Carlo Calenda, oggi a “Mezz’ora in più” condotto da Lucia Annunziata, ha annunciato la rottura dell’alleanza con il Pd di Enrico Letta.

In questi giorni, ha detto, “c’è stato un crescendo che mi ha dimostrato come sarà la campagna elettorale: non sarà fatta contro la destra, ma demolendo l’area liberale della coalizione”. Per il leader di Azione, “quando abbiamo fatto questo accordo avevamo stabilito che un pezzo della coalizione non poteva demolire l’agenda Draghi”, ma dal momento successivo “hanno bombardato l’agenda Draghi”, con “una coerenza di linguaggio che è saltata subito”.

Ma, in particolare, “c’è una serie di personalità che gli italiani non possono più vedere”.

"Forse sono stato ingenuo – ha aggiunto –. Pensavo che il Pd fosse pronto a dimostrare che la sinistra la rappresentavano loro, senza Fratoianni e Bonelli, che Letta avesse capito che la coerenza di ciò che si propone è fondamentale”, mentre “è prevalso il desiderio di fare un Comitato di liberazione nazionale, ma questo comitato non libera niente”.

"Mi pare da tutto quel che ha detto – ha replicato su Twitter Enrico Letta – che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda. Noi andiamo avanti per l’interesse dell’Italia”. 

Un lungo discorso quello in tv, che ha lasciato uno spiraglio per recuperare: l’ipotesi di un’alleanza Pd-Azione rinunciando ai collegi, e con solo il 10 per cento. 

(Unioneonline/s.s.)

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