Sarà l'atmosfera elegante di piazza Castello, coi suoi caffè ottocenteschi. Oppure il richiamo della Sacra Sindone.

Certo è che i dissidi dell'Aula svaniscono come per magia, sotto la nebbia del capoluogo piemontese e davanti all'opportunità di una gita fuori porta (a spese dei contribuenti) nella capitale sabauda.

Cagliari-Torino, andata e ritorno, tutto incluso: trasporto, vitto e alloggio. Occasione a quanto pare imperdibile per i politici selargini e per i colleghi cagliaritani. Messi insieme arrivano a quota venticinque, assessori inclusi. Partiti alla volta del capoluogo piemontese per la tre giorni organizzata in occasione dell'assemblea annuale dell'Anci.

Squadre politiche quasi al completo in entrambi i casi, troppo rispetto alla media di uno o due rappresentanti al massimo inviati dagli altri 80 Comuni sardi presenti. E abbastanza per far scoppiare la rivolta popolare.

«Uno scandalo», commentano i cittadini a poche ore dalla partenza. E anche qualche consigliere rimasto a casa si unisce al coro.

Tra i politici selargini spiccano tre assessori: Roberta Relli, Fabrizio Canetto e Riccardo Paschina. A fargli compagnia i consiglieri Simone Pibiri, Gigi Gessa, Tonino e Andrea Melis, Ferruccio Sanvido, Christian Noli, Alessandro Aghedu, la presidente di Consiglio Gabriella Mameli e Mariano Contu. In lista c'era anche Francesco Lilliu, che «per questioni lavorative» ha rinunciato all'ultimo momento.

Totale: 12 rappresentanti politici e 9 mila e 979,44 euro.

Tuona l'opposizione. «Una famiglia selargina disagiata con diecimila euro camperebbe per un anno. E ce ne sono tante». Sergio Cirina si unisce al coro: «Una vergogna, se usassero quei soldi per aiutare i migliaia di disoccupati farebbero il loro dovere». Federica Mereu è di poche parole: «Davvero scandaloso».
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