N on so se vi sia chi in Sardegna pensi che alla fine bisognerebbe lasciare fare alla malattia il suo corso e cioè lasciar morire chi deve morire e vivere chi ha le forze per farlo. Spero che non sia così, ma l'uso della ragione mi porta a pensare che Boris Johnson abbia detto e non fatto ciò che molti non dicono e poi fanno. È giusto tenere i malati nelle case ed evitare che intasino gli ospedali.

Giustissimo. Però, onestamente, bisognerebbe sapere di tutti di che cosa sono malati dall'inizio della malattia, non alla fine. Si è contrari a una campagna massiccia di tamponi? Lo si dica e si lasci ai cittadini libertà di valutazione. È doloroso fino alla rabbia confrontare le parole fuori luogo pronunciate a febbraio e ancora ai primi di marzo, con le quali ci si dipingeva pronti, preparati, attrezzati, e confrontarle con le strategie di centellinamento dell'accesso ospedaliero che si consumano in questi giorni. Si capisce che vi è chi ritiene che ad essere decisivo sia solo il proprio sistema immunitario, non l'ospedale e le sue cure. Niente da dire: pensiero legittimo. Onestà vuole che sia esplicitato. Nessuno vuole dare buoni consigli a buon mercato. Non ci si vuole iscrivere alla scabrosa competizione politica che si registra nella Rete, alla gara di chi la dice più grossa. La morte di tanti e la malattia di tanti altri ci sconvolge più dell'incapacità di chi governa e dell'ambizione oscena di chi ne vorrebbe il rapido declino. Esiste un'etica delle intenzioni (forse l'unica vera etica). Nei momenti difficili, ci si può contrapporre gli uni agli altri in modo purissimo, basta togliere dal gioco il vantaggio personale. La cupidigia per il proprio successo sociale rende ogni gesto, anche il più nobile nei contenuti e negli scopi, una volgare strumentalità, un'esibizione che insegue il consenso. Chi cerca palcoscenici, chi vuole l'applauso come chi desidera la gogna di qualcuno, ricordi sempre che la folla cerca, nello stesso modo irresponsabile e vacuo, un eroe o un colpevole. Ciò che interessa è la chiarezza sulla valutazione politica dell'essere umano. La differenza tra le persone è data dalla diversa considerazione che si manifesta verso gli altri. E se in questo mondo non esiste niente di evidente che lo sia allo stesso modo a tutti, è pur vero che basta un solo sguardo per capire se ci si rispetta oppure no. Si stanno facendo calcoli? Si sta scommettendo sulle capacità di resistenza delle persone? Si ha una tale diffidenza della fragilità dei propri ospedali da filtrare in modo massivo i casi? Tutto comprensibile, ma lo si dica. Si dica che non si è saputo preparare ciò che doveva essere preparato e che adesso non si può che agire come si sta agendo. La vulgata liceale voleva che Machiavelli abbia insegnato ai potenti che è preferibile essere temuti che amati. In realtà il segretario fiorentino affermava che l'opzione migliore è sempre quella di riuscire a non essere odiati.

Paolo Maninchedda
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