I l calcio ha un fascino particolare. Ma anche regole, non scritte e molto diffuse. Se ti danno un'auto da corsa e vai piano - senza scomodare Ferrari d'altri tempi - significa che quell'auto non la puoi guidare. E allora la terza gara della stagione, a Parma, diventa più che una partita, quasi un esame di idoneità. Il campionato di Serie A ha dato al Cagliari un benvenuto particolare, definirlo da incubo sarebbe riduttivo. Al di là delle sconfitte, dello zero in classifica, sia chiaro. Perché gli infortuni (gravi) a Cragno e Pavoletti, due che con Barella hanno pesato almeno per il 75 per cento sulla comoda salvezza, tre mesi fa, disegnano uno scenario da film drammatico. Perché avere fra le mani una squadra, un progetto tecnico, e poi doverlo cambiare in corsa, è un'altra trappola che non potevi prevedere. E gli arrivi di Cellino prima e dell'Inter poi, quando avevi già l'acqua dalle parti della gola, hanno chiuso quel benvenuto beffardo e velenoso. L'ambiente, come vi raccontiamo nelle pagine sportive, è in ebollizione. Come da abitudine, soprattutto in una piazza diventata ambiziosa e colpita da improvvisa delusione. Perché al cuore (rossoblù) non si comanda e vedere Nainggolan, Nandez, Rog, Luca Pellegrini e poi Simeone con la maglia del Cagliari, ha avuto un effetto dirompente. C'è una grande attesa per questo mese caldissimo, che passa per trasferte impossibili (Napoli e Roma) e partite da prendere al volo (Genoa e Verona): al tavolo della Serie A c'è una squadra che non si è ancora servita, sarebbe ora di cominciare. C'è un compleanno da festeggiare, il centesimo.
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