P oi accade che ci sia un capitano, uno di quelli belli, educati ed eleganti, che parla bene e che tutte le mamme vorrebbero per le loro figlie. Succede che quando la barca è in balìa del vento e scricchiola, con rumori sinistri, arrivi lui, il capitano, e prenda per mano i compagni, i tifosi e l'intera società, metta la museruola al cattivo di turno e diventi il protagonista. Luca Ceppitelli di mestiere fa il difensore, dovrebbe evitare i gol degli altri e invece ieri nella bollente Parma ne ha fatti due, uno dopo l'altro, proprio mentre il Cagliari ballava in mezzo alle onde, sballottato e in testa la paura di non farcela. Non era da solo, il Cepp, perché dietro di lui si è rivelato fondamentale un portierone svedese con delle mani che sembrano racchette da tennis. E a proposito di gente che sa metterci un po' di tutto, in campo, abbiamo capito perché a Buenos Aires, mentre Nandez salutava al centro del campo, c'era gente che piangeva, in tribuna.

In questa Serie A c'è anche il Cagliari, dopo la vittoria di ieri. Bella, rotonda, indiscutibile, contro una squadra che sa giocare ma che sembrava non disponesse del suo uomo più temuto, Gervinho, perché una difesa attenta (e ben preparata) lo ha fatto fuori dal match. Sì, il capitano, ma anche la feroce applicazione di Pisacane, la cattiveria agonistica di Rog, la semplicità di Cigarini, utile come la vitamina C quando sei a pezzi. Parma segna una svolta, è chiaro, pur senza Nainggolan e gli altri protagonisti in convalescenza. Maran, sul quale gravava una pressione spaventosa, alla fine saltava a bordo campo neanche avesse vinto un Mondiale. Ora si frega le mani. E non è il solo.
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