T orino, Crotone, Bologna e Sampdoria. In mezzo, la Cremonese, ma sarà Coppa. Dimenticate il calore dei tifosi davanti a Godin, i timidi segnali di vita a Bergamo, le scorie del calciomercato, le difficoltà di guidare un gruppo enorme e pieno di senatori senza poltrona. Ci sono cinque stazioni, nel percorso del Cagliari, che rappresentano l'attualità, qui e ora. Sono finite le giustificazioni, il chiamarsi fuori, il “potevamo fare così” e invece no, questa è la realtà - migliore di altre, senza dubbio - e da qui, dal volto corrucciato di Eusebio Di Francesco e da quello poco sorridente - immaginiamo - di Tommaso Giulini, ricomincia il viaggio dentro la Serie A.

Torino, Crotone, Bologna e Sampdoria. Il Cagliari potrà mettere sul campo una formazione di alto livello, rispetto a queste concorrenti: la società non si è privata di Joao Pedro (18 gol nell'ultima stagione, ancora sotto i trent'anni, aveva delle richieste vere), di Nandez (per diversi operatori di mercato un vero top player) e di Cragno (vedi Nandez), portando a casa un leader di indiscusso valore tecnico come Godin (Roma e Lazio si sono mangiate le mani) e un paio di giovani considerati degli ottimi prospetti, tre dei quali (Luvumbo, Sottil e Tripaldelli) giocano in Nazionale. Non tutti possono prendere Chiesa a sessanta milioni, o trasformare i sogni in realtà come fanno i signori Zhang a Milano. E leviamoci subito il dente: sarà complesso, se non impossibile, ripercorrere la strada del Cagliari di Maran, sistemato fra le prime.

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