A ggrappati alla vita. Sì, perché per un piccolo paese la scuola, le poste, la banca o la guardia medica sono vita. Sono la vita . Il sindaco, cintura nera di pazienza, è l'ultimo dei samurai in un impero che ignora la periferia. Il Municipio è l'ultimo avamposto di uno Stato canaglia, inaffidabile. E anche la Regione spesso appare un puntino lontano.

Emiliano Deiana, presidente in Sardegna dell'Associazione nazionale dei Comuni italiani ma, prima ancora, sindaco di Bortigiadas, non l'ha mandato a dire, esaminando le ragioni della sconfitta del centrosinistra il 24 febbraio. Quanti paesi hanno perso classi in cambio di uno scuolabus? Quanto ha pesato il ridimensionamento dei piccoli ospedali senza, prima, creare una reale medicina del territorio? Ecco, interpretando il pensiero del presidente dell'Anci, se Matteo Salvini ci ha messo del suo, il centrosinistra ha fatto altrettanto. Da qui si dovrà ripartire per non ripetere gli errori. Non tanto per assicurare un altro mandato per se stessi e per gli alleati di turno (la si veda dal centrodestra o dall'altra parte), quanto per dare risposte ai sardi che vorrebbero continuare a vivere a Sennariolo, a Bultei, a Gadoni, a Gonnoscodina.

Non sorprende, allora, come raccontiamo con Piera Serusi a pagina 7, se gli amministratori locali si fanno in quattro per garantire un tetto (ma anche la luce, il riscaldamento, la manutenzione...) per quegli uffici pubblici (centri per l'impiego, Inps, guardia medica, sportelli dell'agenzia Laore...) la cui presenza è direttamente proporzionale all'esistenza in vita del paese stesso. (...)

SEGUE A PAGINA 7
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