C come diceva il biologo Dawkins, un “meme” è una minima unità culturale, una sorta di messaggio, uno stereotipo che, una volta concepito, viene replicato per imitazione e si diffonde a macchia d'olio, come per contagio.

Uno dei più recenti, che continuiamo a sentir ripetere da tutti, specie in campagna elettorale, è Europa matrigna: quasi che tutti i mali del vecchio continente debbano attribuirsi all'Unione europea, responsabile di aver punito i più deboli, affamato i territori, generato sottosviluppo e povertà.

I primi a recitare questo meme sono i politici a tutti i livelli, compresi i parlamentari europei. Il meme, dapprima concepito e propagato dalla Lega e dai Pentastellati, non ha infatti tardato a persuadere anche gli altri i quali, non avendo altri, più convincenti memi, si sono subito adeguati alla vulgata. Oggi, il più morbido con la UE dice che la vuole cambiare, perché così non funziona.

Capire però come cambiarla, almeno per il cittadino, è molto arduo, giacché alla UE si rimprovera di aver fatto troppo spesso gli interessi di alcuni Stati a discapito di altri, di non avere una visione comune e strumenti adeguati a perseguirla, di aver trascurato taluni problemi cruciali, come l'immigrazione, lasciando l'Italia a fronteggiarli da sola. In effetti, essendo la UE un'incompiuta, strattonata com'è dai singoli Stati membri, non poteva dare buona prova di sé.

Ma chi la avversa vuole completarla questa UE? Non sembra. (...)

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