"Le recenti decisioni sono deludenti come al solito, senza una ragione comprensibile. Ho ancora problemi alla schiena e ho bisogno di forti antidolorifici e di qualcosa per dormire meglio", "il mio stato mentale non è un granché dall'ultima udienza".

Sono le parole di Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'Università di Bologna, arrestato in Egitto lo scorso 7 febbraio con l'accusa di propaganda sovversiva su Internet, recluso nel carcere di Tora, in una lettera datata oggi che la famiglia ha ricevuto.

"Continuo a pensare all'Università - scrive lo studente - all'anno che ho perso senza che nessuno ne abbia capito la ragione. Voglio mandare il mio amore ai miei compagni di classe e agli amici a Bologna. Mi mancano molto la mia casa lì, le strade e l'università. Speravo di trascorrere le feste con la mia famiglia ma questo non accadrà per la seconda volta a causa della mia detenzione".

Alcuni attivisti hanno pubblicato la missiva sulla pagina Facebook "Patrick Libero" esprimendo la loro "grave preoccupazione per la salute mentale e fisica di Patrick".

L'ultima udienza cinque giorni fa con la decisione della Corte antiterrorismo del Cairo di disporre altri 45 giorni di carcere per lo studente.

(Unioneonline/F)
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