Domani mattina Patrick Zaki sarà a Bologna, prenderà un volo di linea per Milano e di lì il treno per la città che lo ha ospitato a lungo prima dell’arresto in Egitto.

«Starò in Italia solo due settimane. Incontrerò i miei amici, i miei professori, tutte le persone che mi mancano in Italia. Poi tornerò in Egitto per sposarmi (il matrimonio è fissato a settembre, ndr), e dopo le nozze sicuramente tornerò in Italia per riprendere i miei studi e la mia vita a Bologna», ha detto il ricercatore egiziano, che ieri ha lasciato l’edificio della polizia di Nuova Mansura per effetto della grazia presidenziale concessa da Al Sisi dopo la condanna a tre anni di carcere per “diffusione di notizie false”.

«La cosa bella – ha aggiunto – è che adesso sono libero di andare a Bologna, di tornare in Egitto, di fare qualsiasi cosa io voglia, in piena libertà. Martedì (giorno della condanna, ndr) è stato un incubo, sono sorpreso di essere qui. Davvero felice di essere finalmente libero, e devo ringraziare il governo italiano per questo».

Nell’incontro con l’ambasciatore Quaroni il ricercatore ha espresso «grande apprezzamento» per l’operato del governo e in particolare per l’impegno personale della premier Giorgia Meloni e del ministro degli Esteri Antonio Tajani.

(Unioneonline/L)

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