Weekend di sangue in Texas, due stragi in poche ore e ben 15 morti.

Prima una sparatoria in un centro commerciale, poi pedoni investiti deliberatamente.

Un sabato pomeriggio con la famiglia e gli amici tra i negozi dell’outlet di Allen, alla periferia di Dallas, si è trasformato in un incubo per migliaia di persone. Otto morti e nove feriti, anche bambini coinvolti, da un killer in assetto da guerra e armato di fucile automatico che all’improvviso ha aperto il fuoco prima di essere ucciso da un poliziotto che ha evitato un bilancio ancor più pesante. Il killer è Mauricio Garcia, 33 anni, suprematista e neonazista che indossava una maglietta con la sigla 'Right wing death squad', lo squadrone della morte di destra. In auto aveva tante altre armi.

Garcia è sceso dalla sua macchina grigia nel parcheggio del mall, ha imbracciato l’arma e ha iniziato a sparare sulla folla, esplosi almeno 60 colpi. Le immagini sui social documentano il panico di centinaia di persone in fuga o alla ricerca di un rifugio.

Qualche ora dopo nel sud, nella città di Brownsville al confine con il Messico, un suv guidato da un ispanico ha travolto deliberatamente 13 persone fuori da un centro migranti uccidendone sette, per la maggior parte venezuelani. Tutti falciati fuori da uno dei più grandi centri d’accoglienza dello Stato, l’Ozanam Centre. L’uomo è stato arrestato.

Sulla strage al centro commerciale è intervenuto anche Joe Biden: «Atto insensato, ancora una volta chiedo al Congresso di approvare una legge che vieti le armi d’assalto e i caricatori ad alta capacità e che imponga controlli sul background di chi vuole acquistare un’altra».

Siamo solo a maggio, dall’inizio dell’anno ci sono già state oltre 200 sparatorie di massa negli Stati Uniti. Greg Abbott, governatore repubblicano di uno degli Stati più permissivi sulle armi, ha parlato di «tragedia indescrivibile» ma non ha menzionato controlli più severi sulle persone e limiti stringenti.

(Unioneonline/L)

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