«Il Mes è un tema non mi viene posto, forse non c'è la stessa attenzione che c'è nel dibattito italiano». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni ai giornalisti dopo il vertice Ue. 

«Si è invece discusso – ha aggiunto la premier – di come affrontare il tema della competitività, chiedendo pari

condizioni per i Paesi che hanno minor spazio fiscale, vale a dire la flessibilità dell'uso dei fondi esistenti. Oggi nelle proposte della Commissione questo elemento è presente e per l'Italia tra Pnrr e fondi di Coesione vuol dire 300 miliardi di euro che possono essere meglio spesi».

Complessivamente Meloni si è detta «molto soddisfatta» del vertice, anche se il summit non ha portato a accordo definitivo e condiviso in tema di immigrazione, anche per l’opposizione di Polonia e Ungheria.

A proposito Meloni ha commentato: «Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali. La posizione di Polonia e Ungheria non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l'unione modo per affrontare la migrazione mettendo d'accordo tutti».

Il presidente del Consiglio Ue Charles Michel però guarda il bicchiere mezzo pieno: «Nel corso del Consiglio Europeo due paesi su 27, la Polonia e l'Ungheria, si sono detti contrari sia alla sostanza che al metodo con cui si è arrivati ad approvare il Patto sulla migrazione, ovvero a maggioranza qualificata, e hanno una interpretazione differente delle precedenti conclusioni ma altri 25 sono invece d'accordo.

Dobbiamo restare calmi, il patto è stato approvato e lavoreremo per la sua definitiva messa in pratica».

(Unioneonline/l.f.)

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