Due stragi a meno di 13 ore l'una dall'altra tra Texas e Ohio, per un totale di 29 morti ed oltre 50 feriti.

È il tragico bilancio che si trovano ad affrontare gli Stati Uniti, dove sullo sfondo della campagna elettorale si riaccende, dunque, il dibattito sulle armi da fuoco e sulla retorica incendiaria di Donald Trump.

Messo sotto accusa dai dem, tornando in serata dal weekend nella sua residenza in New Jersey, il presidente ha tentato di correre ai ripari. "L'odio - ha dichiarato - non ha posto in questo Paese. La violenza va fermata".

"C'è il problema delle malattie mentali - ha quindi aggiunto, cavalcando la sua tesi che le stragi sono spesso frutto di lupi solitari psicolabili -. Ho chiesto al ministero di Giustizia di proporre una legge che assicuri la pena di morte a chi commette crimini del genere e uccisioni di massa".

IN TEXAS - Nel frattempo, per la prima sparatoria c'è già una pista legata al suprematismo bianco, una risposta "contro l'invasione ispanica del Texas". Gli investigatori, in particolare, sospettano che il killer, il 21enne di Dallas Patrick Crusius, sia l'autore di un manifesto razzista e suprematista - non firmato - postato online una ventina di minuti prima della sparatoria. "Questo attacco è una risposta all'invasione ispanica del Texas", scrive l'autore, che afferma di sostenere il killer suprematista delle moschee di Christchurch (Brenton Tarrant) e il suo manifesto. Nel documento, postato nel forum online "8Chan", lo stesso usato da Tarrant, si parla di un piano per separare l'America in territori in base alla razza e si ammonisce che i bianchi saranno sostituiti da stranieri. "Se possiamo sbarazzarci di abbastanza persone, allora il nostro modo di vivere può essere più sostenibile", si legge.

Gli account social di Crusius contengono, invece, molti retweet di Trump, post sul muro al confine col Messico e attacchi al candidato presidenziale Bernie Sanders e alla speaker della Camera Nancy Pelosi.

DAYTON - Ancora buio fitto, invece, sull'ultima sparatoria di Dayton, cittadina di circa 140mila abitanti nel cuore del Midwest, dove un uomo armato pesantemente ha seminato il panico in un animato quartiere notturno, vicino al bar Ned Peppers.

"In meno di un minuto i primi poliziotti sul posto lo hanno ucciso", ha raccontato il sindaco della città, Nan Whaley. "Se non fossero stati lì avremmo potuto avere centinaia di vittime, ha aggiunto. "Se fosse entrato nel locale, l'effetto sarebbe stato catastrofico", ha confermato il capo della polizia locale Richard Biehl.

In una manciata di secondi, infatti, sono morte nove persone, tra cui la sorella del killer (tra le prime vittime), mentre altre 27 sono rimaste ferite. Gli investigatori lo hanno poi identificato come Connors Betts, un giovane bianco di 24 anni, residente a Bellbrook, a circa 40 km a sud di Dayton. Aveva frequentato le scuole superiori e il college (psicologia) ma quest'estate non risultava iscritto. Aveva anche lavorato in un ristorante messicano della catena Usa Chipotle. Ora si scava sulla sua vita e sui suoi account social per capire il movente dell'attacco. "Per ora non abbiamo alcuna risposta, non vi sono evidenze di un crimine d'odio", ha confessato Biehl.

Quando è entrato in azione, con un giubbotto antiproiettile, una maschera e protezioni per le orecchie, il giovane aveva un fucile automatico d'assalto e 100 proiettili calibro 223. L'arma l'aveva comprata online in Texas. Secondo la polizia Betts non aveva precedenti che gli impedivano l'acquisto.

(Unioneonline/v.l.)
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