Donald Trump è «instabile», è alla ricerca di un «potere incontrollato».

Lo ha detto Kamala Harris dall'Ellipse, il grande prato alle spalle della Casa Bianca dove il 6 gennaio del 2021 Donald Trump radunò i suoi sostenitori e li invitò a combattere contro la certificazione della vittoria di Joe Biden.

Gli Stati Uniti non sono un luogo per «aspiranti dittatori», ha aggiunto la candidata dem alle presidenziali Usa del 5 novembre. I manifestanti di Seneca Falls e dello Stonewall «non hanno lottato e dato la loro vita solo per vederci cedere le nostre libertà fondamentali. Non lo hanno fatto per vederci sottomettere alla volontà di un altro meschino tiranno». 

«È il momento di una generazione di leader in America. E io sono pronta», ha scandito: «Non sono perfetta e faccio errori, ma vi prometto una cosa: vi ascolterò e cercherò il consenso. E se mi date la chance lavorerò per voi e nulla mi fermerà. Se Trump vince entra nello Studio Ovale con una lista dei suoi nemici, io vi entrerò con la lista delle cose da fare». La sua presidenza «sarà diversa da quella di Joe Biden. E questo anche perché le sfide da affrontare sono diverse: quattro anni fa dovevamo mettere fine alla pandemia, ora la priorità è ridurre i costi».

«Non torneremo indietro – ha sottolineato sull’aborto, tema caldo della campagna elettorale - Mi batterò per restituire alle donne americane quello che Trump e la sua Corte Suprema hanno strappato loro. Non torneremo indietro».

Ed è polemica invece sulle parole del presidente uscente Joe Biden: «Donald Trump non ha carattere. Non gli interessa la comunità latina. L'altro giorno uno degli oratori a un suo comizio ha definito Porto Rico un'isola galleggiante di spazzatura. L'unica spazzatura che vedo galleggiare là fuori sono i suoi sostenitori». 

Parole che il candidato vicepresidente di Trump, JD Vance, definisce «disgustose»: «Kamala Harris e il suo capo Joe Biden stanno attaccando la metà del Paese».

(Unioneonline/D)

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