Il giorno dopo la morte di dj Fabo, un pensionato veneto di 65 anni ha scelto il suicidio assistito alla Dignitas, la stessa clinica della dolce morte.

Con lui la moglie, Emanuela, che lo ha accompagnato da Venezia.

"Sono molto arrabbiata perché purtroppo siamo costretti ad andare in Svizzera per avere una morte dignitosa e senza sofferenze.

Mio marito era malato da due anni di tumore. Ma era comunque una persona ancora lucidissima. E non depressa. È stata una scelta consapevole e ragionata".

La notizia nelle ore in cui, a Milano, il leader radicale Marco Cappato, con accanto gli amici dell'associazione "Luca Coscioni", si autodenunciava ai carabinieri per aver accompagnato Fabiano Antoniani in una clinica specializzata in Svizzera. Un atto che in Italia costituisce reato e per cui rischia fino a 12 anni di carcere. "Altri due italiani - ha dichiarato - sono pronti a morire. Lo Stato deve assumersi le proprie responsabilità".

Ieri è stata diffusa la lettera-testamento di dj Fabo, consegnata all'associazione Luca Coscioni.

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