"L'unica cosa che voglio è giustizia per mia figlia". 

Così Juan Pablo Orellana, padre di Valentina Orellana-Peralta, la ragazza uccisa per errore il 23 dicembre scorso da una pallottola vagante sparata dalla polizia a Los Angeles. "Non avrò riposo finché tutti questi criminali non saranno in prigione, ciascuno di loro", ha affermato in spagnolo.

La 14enne cilena stava provando degli abiti in camerino quando è stata ferita a morte al grande magazzino Burlington di North Hollywood, dove era andata con sua madre. "Eravamo entrambe in un camerino, a comprare vestiti per Natale. Abbiamo sentito urla, ci siamo sedute e abbracciate, pregando, quando qualcosa ha colpito Valentina – ha raccontato la madre Soledad Peralta -. È morta tra le mie braccia. Non ho potuto fare nulla", ha singhiozzato.

I genitori di Valentina erano affiancati ieri dai loro avvocati, tra cui Ben Crump, specializzato in morti che coinvolgono agenti di polizia e che ha difeso in particolare le famiglie di George Floyd, Ahmaud Arbery e Breonna Taylor. Il capo della polizia di Los Angeles, Michel Moore, si è scusato con la famiglia e si è impegnato a far luce "sulle circostanze che hanno portato a questa tragedia". 

LA RICOSTRUZIONE – Quel giorno la polizia di Los Angeles era intervenuta nel grande magazzino per un uomo che aveva aggredito diverse donne, ferendo una di loro con un pesante lucchetto per bicicletta. Al loro arrivo, i poliziotti hanno visto tra gli scaffali del negozio una donna insanguinata a pochi metri dal sospettato. A quel punto uno degli agenti ha aperto il fuoco sull'uomo per tre volte con un fucile, ferendolo mortalmente.

Valentina e sua madre erano in un camerino dall'altra parte di un muro, proprio dietro il sospettato, ed è in quel momento che la giovane è stata colpita da un proiettile: la pallottola, da una prima ricostruzione, è rimbalzata sul pavimento e ha attraversato il muro della cabina.

(Unioneonline/D)

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