Sono almeno quaranta i morti nel bombardamento di un centro di detenzione per migranti alla periferia di Tripoli, in Libia.

Il ministero della Salute del governo sostenuto dall'Onu aggiunge che nel raid aereo, che ha colpito il centro di Tagiura, sono rimasti feriti almeno 35 migranti.

La situazione è "estremamente tragica" e "ci sono ancora corpi sotto le macerie", riferisce il corrispondente di al Jazeera.

In un comunicato il governo Serraj accusa l'Esercito nazionale libico, guidato da Khalifa Haftar, di essere responsabile dell'attacco.

Lo stesso Haftar nei giorni scorsi aveva annunciato "decisivi raid aerei su postazioni selezionate".

Ad esser preso di mira il centro di detenzione di Tagiura, nella periferie est della capitale.

Il governo Serraj da circa due mesi è sotto attacco da parte delle milizie di Khalifa Haftar.

Ma il generale smentisce, e nega di aver lanciato il raid aereo.

"Apprendo, con sgomento, del bombardamento notturno che ha colpito un centro migranti nei pressi di Tripoli causando la morte di decine di persone, tra cui donne e bambini. La netta condanna dei bombardamenti di aree civili si accompagna all'appello a fermare un aggravarsi delle ostilità che mette in pericolo vite umane e distrugge infrastrutture essenziali per la popolazione", afferma il ministro Moavero.

"Occorre garantire - aggiunge - misure di seria protezione per i civili e, in particolare, trasferire i migranti in luoghi al sicuro sotto la tutela dell'Onu".

(Unioneonline/L)
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