A Sarajevo torna in funzione la funivia sul monte Trebevic che diventa, venticinque anni dopo la sua distruzione durante i giorni dell'assedio della città durante la guerra in ex Jugoslavia del 1992-95, l'ultimo simbolo della capitale bosniaca a essere ricostruito.

A realizzare la cabinovia è stata un’azienda italiana, la Leitner ropeways.

Inaugurata la prima volta nel 1959, la sua ricostruzione è stata voluta dal sindaco della capitale bosniaca Abdulah Skaka.

Il completamento del progetto da 9 milioni di euro è stato possibile grazie a Edmond Offermann, fisico americano di origini olandesi, sposato con una donna di origini bosniache, che ha donato 4 milioni di dollari (3 milioni di euro), poco meno della metà dell'investimento totale.

La funivia, che arriva fino a 1.160 metri di altezza, attraversa il confine tra le due entità riconosciute dagli accordi di Dayton, firmati nel 1915 al termine del conflitto: la stazione superiore è infatti situata nella Republika Srpska e quella inferiore nella Federazione di Bosnia Erzegovina.

Da qui il significato simbolico della riattivazione dell'impianto.

Durante l'assedio di Sarajevo, durato 44 mesi, più di 11mila persone sono state uccise, di cui 1.600 bambini e minori.

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata