Il bilancio delle vittime del terremoto nel Sud-Est asiatico, con epicentro in Myanmar, è salito a 144 morti e 738 feriti. A darne notizia è stato il capo della giunta militare, Min Aung Hlaing, che ha invitato «qualsiasi paese, qualsiasi organizzazione» a venire in aiuto delle vittime. Il terremoto, di magnitudo 7,7, ha causato enormi distruzioni in un paese già dilaniato dalla guerra e, secondo le ultime stime ufficiali, «il numero di morti potrebbe aumentare».

La scossa si è sentita anche in Thailandia, dove i danni sono stati ingenti. A Bangkok, un grattacielo in costruzione di 30 piani è crollato, portando il bilancio dei morti a otto. Anche se nella capitale thailandese è ormai scesa la sera, i soccorritori continuano a scavare tra le macerie dell’edificio. Papa Francesco, commentando la tragedia, ha espresso il suo «profondo dolore» e ha chiesto ai fedeli di pregare per le vittime e per tutte le persone coinvolte.

Nel frattempo, in Myanmar, la popolazione sta facendo i conti con crolli parziali di edifici e danni diffusi alle infrastrutture, tra cui lo «storico ponte di Sagaing», che è crollato, e l’interruzione della principale autostrada nazionale vicino alla città di Mandalay. La situazione è particolarmente critica, come riferito dall’Ong italiana “Cesvi”, nella cosiddetta “Dey Zone”, una regione centrale del paese che ospita circa 7 milioni di persone, a meno di 100 chilometri dall’epicentro, a ovest di Mandalay.

La tragedia ha colpito profondamente anche Papa Francesco, che si è detto «profondamente addolorato per la perdita di vite e per la devastazione causata dal terremoto nel sud-est asiatico, in particolare in Myanmar e Thailandia». Il Pontefice ha offerto le sue preghiere per le vittime e ha espresso «vicinanza spirituale a tutti coloro che sono stati colpiti da questa tragedia». Ha anche pregato affinché il personale di emergenza riceva il necessario supporto per prendersi cura dei feriti e degli sfollati.

(Unioneonline/v.f.)

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