È sardo uno dei due giovani accusati pochi giorni fa di stupro dalla polizia australiana. Vincenzo Mineo, 36 anni, è infatti nato e cresciuto a Quartu Sant’Elena prima di trasferirsi dall’altra parte del mondo per trovare un lavoro con il socio e presunto complice Alberto Nicoletti, originario di Lecco e gestore della pizzeria “Lago di Como” a Perth. I due sono stati accusati di essersi finti una coppia omosessuale per approcciare le loro vittime e poi aggredirle sessualmente. Ma per Nicoletti non sarebbe stata la prima volta.

Pioggia di denunce

L’arresto dei due risale a qualche giorno fa. Le denunce presentate contro Nicoletti sono numerose, ma la maggior parte delle quali non vede coinvolto l’amico sardo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’imprenditore avrebbe aggredito la sua prima vittima nel 2016, nel parcheggio del suo ristorante, mentre nel settembre 2018 era stata molestata una 30enne, incontrata sempre nella sua pizzeria. Due anni dopo avrebbe quindi stuprato una passante a cui aveva offerto un passaggio fino a casa, poi avrebbe aggredito una cliente di un locale di Northbridge, vicino Perth, e in seguito una cliente di un altro club del vicino sobborgo di Leederville, da lui attirata in trappola spacciandosi per un autista di Uber.

L’assalto nella toilette

Dopo questo episodio, Nicoletti avrebbe messo su con Mineo la sceneggiata della coppia omosessuale per approcciarsi a una ventenne incontrata in un bar e proporle di sniffare cocaina con loro in un bagno pubblico, dove l’avrebbero quindi assalita. In un crescendo di violenza, i due sarebbero andati subito dopo in un altro locale, sulla spiaggia di Scarborough, un sobborgo di Perth, dove avrebbero violentato altre due ragazze. Tutte le vittime, dice la polizia, erano «ubriache e vulnerabili».

Vincenzo Mineo (L'Unione Sarda)
Vincenzo Mineo (L'Unione Sarda)
Vincenzo Mineo (L'Unione Sarda)

Lo stupore

Per rintracciare gli autori delle tante aggressioni denunciate, i poliziotti a marzo avevano chiesto collaborazione alla cittadinanza, diffondendo le immagini che immortalavano i due subito dopo lo stupro della ventenne assalita nel bagno. Una mossa che ha portato a molte segnalazioni: viste le tante testimonianze presentate contro i due, il tribunale australiano ha rigettato ogni istanza di scarcerazione, ordinando che gli indagati restino in carcere fino alla prima udienza del processo, fissata a ottobre. I due continuano a professarsi innocenti e dicono di sentirsi piombati in un incubo. La notizia dell’arresto di Nicoletti e Mineo e le gravi testimonianze sul loro conto hanno stupito i tanti collaboratori dell’imprenditore, che hanno dichiarano di non avere mai avuto sospetti sulla sua condotta.

Paolo Melis

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