Sono almeno 15 agenti di polizia, un prete ortodosso e tre civili, le vittime dell'attacco terroristico di ieri in Daghestan: 25 i feriti.

«Più di quindici agenti sono rimasti vittime proteggendo la pace e la tranquillità» della Repubblica russa meridionale, ha detto in un video pubblicato su Telegram il governatore Sergey Melikov. La autorità specificano che tra i civili rimasti uccisi nell'attacco c'è anche «padre Nikolaj, che ha prestato servizio per più di quarant'anni nella chiesa ortodossa di Derbent».

Ieri pomeriggio un commando di uomini armati ha aperto il fuoco contro una sinagoga, una chiesa e, subito dopo, un posto di polizia stradale tra Derbent e Makhachkala. Dopo l'attentato i terroristi hanno incendiato i due luoghi di culto e sono scappati a bordo di una Volkswagen Polo bianca. Alcuni sono stati uccisi, almeno sei secondo fonti locali.

In tutta la Repubblica caucasica il Comitato nazionale antiterrorismo locale ha deciso una mobilitazione eccezionale delle forze dell'ordine specializzate in azioni anti-terrorismo: «Al fine di garantire la sicurezza delle persone, prevenire i crimini terroristici e bloccare le persone coinvolte negli attacchi armati - si legge nella nota del Comitato - il capo della direzione del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb) per il Daghestan ha deciso di imporre le operazioni antiterrorismo». Gli autori di questi attacchi «sono membri di un'organizzazione terroristica internazionale», ha detto una fonte della polizia locale alla Tass. 

Già lo scorso 28 ottobre questa Repubblica a maggioranza musulmana era stata teatro di un atto apertamente antisemita: all'aeroporto della capitale, Makhatchakala, decine di persone presero d'assalto la pista e il terminal dopo che era stato annunciato l'atterraggio di un aereo proveniente da Israele, urlando Allah u Akbar, in quella che era sembrata a tutti una vera a propria caccia all'uomo, con echi sinistri di pogrom. All'epoca, Mosca accusò il governo di Kiev di avere «un ruolo chiave» in quell'azione. La portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova, disse che l'obiettivo dell'Ucraina era quello di «destabilizzare la Russia» provocando divisioni etnico-religiose. «Accuse assurde», era stata la replica di Washington.

(Unioneonline/D)

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