Svolta per le donne lavoratrici spagnole affette da dolori mestruali.

Il governo di Madrid ha approvato un progetto di legge che riconosce loro congedi in caso di cicli "invalidanti": saranno permessi "speciali" di durata variabile a seconda dei casi e pagati "integralmente" dallo Stato. Una misura esistente, in termini più o meno simili, solo in alcuni Paesi asiatici e in Zambia.

"Siamo il primo Paese in Europa a riconoscere la salute mestruale come parte dei diritti delle donne", ha rivendicato il ministro delle Pari Opportunità, Irene Montero: "Il messaggio è chiaro: il ciclo mestruale non sarà più un tabù, è finito il tempo di andare a lavoro dopo esserci imbottite di pillole e dover nascondere il dolore che proviamo".

Per accedere al congedo, ha precisato Montero, non sarà necessario aver versato contributi in precedenza. Bisognerà però dimostrare, tramite certificato medico, che il ciclo mestruale è “associato a un dolore invalidante", una condizione spesso "legata ad altre patologie". 

Il nuovo tipo di congedo è incluso in un testo normativo più ampio, che comprende, in particolare, provvedimenti voluti dal centrosinistra al governo per "blindare" l'accesso all'aborto. Il nuovo progetto di legge spagnolo — che dovrà poi essere approvato in Parlamento — comprende anche misure come la soppressione dell'obbligo di autorizzazione dei genitori per le ragazze dai 16 e 17 anni e la garanzia che in ogni centro sanitario pubblico ci siano sanitari disposti a praticarlo. Inoltre, sono previste l'introduzione di un congedo per maternità a partire dalla settimana 39 di gravidanza che non comporterà una riduzione di quello post-parto e l'estensione dell'educazione sessuale obbligatoria a tutte le tappe dell'istruzione.

In Italia una proposta per introdurre congedi mestruali era arrivata nel 2016 da quattro deputate del Partito Democratico, ma l'iniziativa non è andata a buon fine.

(Unioneonline/D)

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