Tra le forze di opposizione a Nicolas Maduro, solo Avanzada Progresista ha deciso di non boicottare le prossime elezioni presidenziali venezuelane, su cui aleggiano non poche ombre, ed è riuscita a ottenere un accordo per il rinvio della consultazione.

La decisione di Maduro arriva dopo forti pressioni internazionali e soprattutto dopo l'esclusione del Paese dalla riunione degli Stati americani prevista per il prossimo 13 aprile, ma non basterà a dare una parvenza di democraticità alla consultazione.

In gioco c'è una deriva ancor più autoritaria del Governo e della presidenza, mentre il Paese arranca in un'economia allo stremo, con un chilo di carne che costa più del salario minimo mensile, farmaci di prima necessità ormai introvabili, energia elettrica a singhiozzo e due terzi della popolazione in stato di denutrizione.

E in aggiunta una criminalità salita alle stelle e le libertà civili e politiche sempre più compromesse, con i principali rappresentanti delle forze d'opposizione estromessi, costretti al silenzio dalla minaccia del carcere o obbligati all'esilio. Ultimo in ordine di tempo il caso di Leopoldo López, che rischia di tornare dietro le sbarre per aver rilasciato delle dichiarazioni - proibite dal regime - sulla drammatica situazione venezuelana al New York Times.

(Unioneonline/b.m.)
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