L'esercito siriano ha annunciato di essere entrato nella città di Manbij, nella Siria settentrionale, controllata dalle forze curde.

A renderlo noto è la televisione di Stato siriana, che mostra le immagini della bandiera della Siria che sventola a Manbij.

L'annuncio è arrivato poco dopo che i curdi, lasciati esposti dal ritiro delle truppe degli Stati Uniti, hanno chiesto l'aiuto del regime di Bashar al-Assad per affrontare l'offensiva minacciata dalla Turchia.

"Invitiamo le forze del governo siriano - si legge nella dichiarazione dell'Ypg, unità di protezione popolare curda - ad affermare il controllo sulle aree da cui le nostre forze si sono ritirate, in particolare a Manbij, e per proteggere queste aree da un'invasione turca".

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nei giorni scorsi aveva annunciato che in qualsiasi momento avrebbe potuto essere lanciata un'operazione militare contro l'Ypg a Manbij. "L'obiettivo della Turchia è quello di dare una lezione al gruppo terroristico Ypg/Pkk e noi siamo determinati affinché questo accada'', ha dichiarato.

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha detto che la Russia approva il ritorno sotto il controllo di Damasco dei territori curdi in Siria e in particolare di Manbij. "Senza - ha affermato - è un passo positivo verso la stabilizzazione della situazione".

I COLLOQUI CON MOSCA - Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha nel frattempo accolto a Mosca il capo della diplomazia giordana Ayman Safadi per colloqui sulla Siria e sul conflitto israelo-palestinese.

A renderlo noto il ministero degli Esteri russo in una nota, precisando che in cima all'agenda dei colloqui c'è il ritiro delle truppe americane dalla Siria e le sue conseguenze.

I due ministri parleranno anche della questione israelo-palestinese e del cosidetto ''accordo del secolo'' preparato dagli Stati Uniti.

L'incontro tra Lavrov e Safadi arriva alla vigilia di un altro round di colloqui previsto per domani tra i ministri degli Esteri e della Difesa del gruppo di contatto turco-russo sulla Siria.

Già annunciato, per l'inizio del prossimo anno, un summit a Mosca con i leader di Russia, Iran e Turchia per discutere del conflitto. "L'incontro - ha specificato il vice ministro degli Esteri russo Michail Bogdanov - sarà l'ultimo passo nel processo di pace di Astana, avviato nei primi mesi del 2017 da Russia e Iran, che sostengono il regime del presidente Bashar al-Assad, e la Turchia, che sostiene l'opposizione siriana".

(Unioneonline/v.l.)
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