La coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti ha ucciso per errore 332 civili negli ultimi due mesi (tra marzo e aprile 2017) nel corso delle operazioni militari contro lo Stato islamico in Siria e Iraq.

Lo ha reso noto la stessa coalizione nel suo ultimo rapporto mensile.

Dall'inizio della campagna in Iraq e Siria - denominata "Inherent Resolve" - le "vittime collaterali", ovvero non implicate nei combattimenti veri e propri, sono almeno 484.

Alcune ong - tra cui AirWars - sostengono che nel passaggio tra la presidenza Obama e quella Trump siano stati apportati dei cambiamenti nelle offensive. In particolare, hanno accusato The Donald di aver abbassato le misure di sicurezza per la protezione dei civili durante gli attacchi contro i miliziani dell'Isis.

La coalizione si difende dalle accuse delle organizzazioni non governative, spiegando l'incremento delle vittime con l'intensificarsi delle operazioni in territori più densamente abitati rispetto al passato, e quindi con un rischio maggiore per i civili.

AirWars inoltre sostiene che il numero delle vittime sarebbe molto più elevato rispetto a quanto reso noto dalla coalizione: se per il Pentagono americano sono 484 in tre anni, per l'ong la cifra sarebbero oltre 3.800.
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