Torna a farsi sentire Saif al-Islam Gheddafi, secondogenito del colonnello libico, dopo la carcerazione e l’attuale libertà.

In una lunga intervista al New York Times commenta la situazione attuale della Libia, parlando di un paese “in ginocchio”, senza soldi né sicurezza. E in totale povertà tanto che manca anche la benzina alle stazioni di servizio: “Esportiamo petrolio e gas, stiamo illuminando metà Italia – dice – e qui abbiamo blackout”.

Non nasconde comunque le sue mire politiche, anticipando alcuni suoi programmi in vista delle elezioni che si svolgeranno nel Paese il 24 dicembre. Dieci anni fa era stato catturato dai ribelli che, spiega, “sono però rimasti delusi dalla rivoluzione” e oggi sono addirittura dalla sua parte poiché si sono resi conto che Saif può essere “più un alleato che un nemico”.

Il 49enne, nato dalla seconda moglie di Gheddafi e dal leader indicato come suo successore, per un periodo ha vissuto a Londra e quando era tornato in patria era stato incarcerato a Zintan dopo lo scoppio della guerra civile.

(Unioneonline/s.s.)

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