L'inviato speciale degli Stati Uniti presso la coalizione internazionale che combatte l'Isis, Brett McGurk, ha presentato le sue dimissioni, dopo l'annuncio da parte del presidente americano Donald Trump di aver iniziato le operazioni di ritiro delle truppe dal Paese mediorientale.

Secondo quanto affermato dal capo di Stato in un tweet, alla base della smobilitazione ci sarebbe il fatto che lo Stato islamico sarebbe stato sconfitto.

Due giorni fa a lasciare il suo incarico, sempre in polemica con la decisione del tycoon, è stato il capo del Pentagono Jim Mattis.

Recentemente McGurk aveva detto che sarebbe stato "sconsiderato" ritenere che l'Isis fosse stato debellato e quindi non saggio riportare le truppe americane a casa.

Nominato al suo incarico dal presidente Barack Obama nel 2015 e confermato da Trump, McGurk ha

sottolineato nella sua lettera di dimissioni, pubblicata dal "New York Times", che i miliziani di Daesh sono effettivamente in fuga, ma non ancora sconfitti.

L'inviato speciale avrebbe dovuto lasciare l'incarico in febbraio, ma ha scelto di anticipare la sua uscita al 31 dicembre.

(Unioneonline/F)
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