Se in Italia il rialzo dell'indice Rt consiglia prudenza ma non desta al momento troppo allarme, altrove nel mondo il coronavirus fa paura.

Non si arresta negli Stati Uniti l'ondata di crescita dei contagi, nuovo record nelle ultime 24 ore con 68.428 casi che poerano il totale a 3.560.364. Preoccupa anche l'importante risalita dei morti, in grande crescita rispetto ai numeri delle ultime settimane: 974 i decessi nelle ultime 24 ore, per un totale di 138.201 secondo i dati della Johns Hopkins University.

Una vera e propria Caporetto che ha pesanti ripercussioni sull'economia, ha causato "danni collaterali enormi" con una contrazione del 37% nel secondo trimeste dell'anno. Ne fa le spese anche Donald Trump, che ha perso la fiducia di sei americani su dieci secondo un sondaggio di Abc News e Washington Post.

Ci prova Anthony Fauci a rassicurare l'opinione pubblica lanciando un messaggio positivo: "Per quanto brutta appaia la situazione oggi sono cautamente ottimista, siamo sulla strada per riuscire a prendere il controllo della pandemia, ma solo grazie a importanti misure di sanità pubblica".

E mentre l'Oms comunica nel consueto briefing a Ginevra che il Brasile ha raggiunto il picco, nel Paese di Bolsonaro si registrano 43mila nuovi casi e 1.300 morti, per un totale di oltre due milioni di contagi e 80mila vittime. Al terzo posto della classifica troviamo l'India, che ha più di un milone di casi accertati e scarsissime possibilità di contenere la diffusione del contagio.

Tornando alla Vecchia Europa, che il periodo più buio se lo è messo alle spalle, c'è qualcuno che torna a tremare. La Spagna, in particolare la Catalogna, dove nelle ultime 24 ore sono stati registrati 1.300 nuove infezioni, di cui 884 a Barcellona e dintorni. Con l'aumento dei malati torna anche il lockdown in parte della Regione. Pesanti restrizioni a Barcellona e in tutta la sua area metropolitana, oltre a quelle già in vigore da giorni in altre aree della Regione. Alle persone è raccomandato di non uscire di casa, anche se non è in vigore il rigido lockdown di marzo e aprile. Niente spostamenti nelle seconde case, vietate, sia in pubblico che in privato, le riunioni di più di dieci persone. Chiuse discoteche e locali notturni, teatri, cinema, piscine, parchi divertimento e palestre. "Non uscite - è l'accorato appello - è l'ultima possibilità che abbiamo per contenere il contagio prima di tornare al lockdown totale".

Non va meglio nei Balcani. Record giornaliero da inizio emergenza in Romania, dove si contano 799 nuovi casi in 24 ore, per un totale di 35.802. Sono 1.988 i decessi, 12 ieri. Continua la forte ripresa anche in Serbia, dove i contagi hanno superato quota 20mila con i 392 odierni. Sono 452 le vittime, 184 i pazienti attualmente in terapia intensiva. Forte ripresa dell'epidemia anche in Macedonia del Nord, Croazia e Montenegro.

La Gran Bretagna ha superato il periodo peggiore, ma anche oggi fa registrare quasi 700 casi e più di cento morti, 114 per la precisione. Boris Johnson ha annunciato che le autorità locali avranno la facoltà di indire lockdown nelle rispettive aree di competenza per poter "agire più velocemente" contro il virus. Ma il premer fa anche mostra di ottimismo, auspicando il ritorno a una "significativa normalità" a metà novembre, con le rimanenti restrizioni da annullare possibilmente per Natale.

(Unioneonline/L)
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