Ratzinger rompe il silenzio e critica la Chiesa tedesca
“Nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – molte persone in posizioni chiave non supportano la missione della Chiesa”
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Benedetto XVI torna a farsi sentire dal suo eremo nel quale vive da quando si è ritirato a vita privata nel 2013, dimettendosi dall'incarico e aprendo la strada alla elezione di Papa Francesco.
Non è la prima volta che Ratzinger rompe il silenzio che si era imposto e che aveva annunciato al mondo.
Il Pontefice emerito ha affidato le sue riflessioni a un’intervista rilasciata alla rivista “Herder Korrespondenz”, esprimendo perplessità sulle riforme rivoluzionarie che i vescovi hanno intrapreso in Germania.
Secondo Ratzinger, questo modo di procedere oscurerebbe la missione della Chiesa.
"Finché nei testi ufficiali della Chiesa parlerà solo il ministero, ma non il cuore e lo spirito, l'esodo dal mondo della fede continuerà”, ha affermato Benedetto XVI, aggiungendo che “nelle strutture cattoliche – ospedali, scuole, Caritas, oratori – sono coinvolte molte persone in posizioni chiave che di fatto non sostengono la vocazione della Chiesa, oscurandone la sua missione”, che rimane quella di mantenere viva la fede, offrire speranza e operare secondo il disegno divino.
Un richiamo formale alla laicizzazione della gestione ecclesiastica, che è un altro punto del programma analizzato dal "Concilio interno" della Chiesa tedesca.
Per il teologo tedesco, nella Chiesa, dunque, andrebbe fatta una distinzione tra “credenti e non credenti”, tra chi crede in Gesù risorto e chi invece si limita alla copertura del ministero, a un ruolo che diventa di fatto “mondano”, adattandosi alle mode del momento.
Ci si aspetta una “vera testimonianza personale di fede” da coloro che sono i portavoce della Chiesa, ovvero da chi detiene il potere e ha il compito di guidare il gregge.
(Unioneonline/F)