L'esercito israeliano ha ammesso oggi che l'attacco al convoglio della ong statunitense World Central Kitchen (Wck) in cui sono morti sette operatori umanitari è stato un «grave errore».

«Questo incidente è stato un grave errore», ha dichiarato il capo di Stato Maggiore israeliano, il generale Herzi Halevi, in un video messaggio. «È stato un errore che ha fatto seguito a un'errata identificazione di notte, durante una guerra, in condizioni molto complesse. Non sarebbe dovuto accadere», ha aggiunto.

Sul caso è intervenuto anche il presidente americano Joe Biden, che in una nota ha sottolineato come Israele sia «impegnato a condurre un'indagine approfondita sul motivo per cui i veicoli degli operatori umanitari sono stati colpiti dagli attacchi aerei». «Tale indagine deve essere rapida, deve garantire la responsabilità e i suoi risultati devono essere resi pubblici», ha ancora precisato Biden. Che ha aggiunto: «I sette operatori umanitari della World Central Kitchen, tra cui un americano, morti ieri a Gaza, fornivano cibo ai civili affamati nel mezzo di una guerra. Erano coraggiosi e altruisti. La loro morte è una tragedia». «Questo non è un incidente isolato – ha poi attaccato – . Questo conflitto è stato uno dei peggiori degli ultimi anni in termini di quanti operatori umanitari sono stati uccisi. Questo è uno dei motivi principali per cui la distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza è stata così difficile: perché Israele non ha fatto abbastanza per proteggere gli operatori umanitari che cercano di fornire ai civili l’aiuto di cui hanno disperatamente bisogno. Incidenti come quello di ieri semplicemente non dovrebbero accadere».

I 7 operatori umanitari morti a Gaza
I 7 operatori umanitari morti a Gaza
I 7 operatori umanitari morti a Gaza (foto Ansa)

Tre delle vittime erano britanniche, e il premier Rishi Sunak ha «chiesto un'indagine approfondita, trasparente e indipendente» sull'incidente.

Intanto l'Ue si dice "allarmata" dall'attacco al consolato iraniano a Damasco: «Un'ulteriore escalation nella regione non è nell'interesse di nessuno» ha detto un portavoce, con Guterres che ha richiamato «il principio dell'inviolabilità delle sedi e del personale diplomatico».

(Unioneonline/v.l.)

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