Non un semplice caso isolato, ma uno scandalo che sembra destinato a scuotere le fondamenta stesse delle istituzioni europee.

Stiamo parlando del Qatargate, l'inchiesta della Procura di Bruxelles che ipotizza un giro di tangenti dal Qatar che ha coinvolto, tra gli altri, l’ex vicepresidente del Parlamento Ue ed europarlamentare greca Eva Kaili, l’ex eurodeputato Antonio Panzeri e la moglie e la figlia di quest’ultimo.

Alla Kaili, nel corso delle perquisizioni, gli inquirenti hanno sequestrato 750mila euro, mentre a casa di Panzeri sono stati trovati 17mila euro.

Per gli investigatori gli indagati avrebbero ricevuto pagamenti e regalie dall’emirato per condizionare a favore dello stesso posizioni e decisioni dell’Europarlamento. 

Intanto, mentre mercoledì è prevista l’udienza per gli arrestati, l’avvocato della Kaili, Michalis Dimitrakopoulos, ha spiegato alla tv greca Open che sua assistita «è innocente», assicurando che «non ha nulla a che fare con le tangenti del Qatar».

Il Parlamento europeo, però, ha già approvato la sua destituzione dalla carica di vicepresidente, con 625 voti a favore, un solo contrario e due astenuti. 

Le indagini intanto proseguono e, come detto, è un terremoto. Lo dimostrano le parole di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, che si è detta «infuriata e dispiaciuta» per quanto sta emergendo dall’inchiesta. «La democrazia Ue è sotto attacco», ha aggiunto senza mezzi termini aprendo la plenaria a Strasburgo.

La stessa Metsola ha lasciato intendere che l’inchiesta potrebbe fare da apripista a una profonda riforma nella trasparenza degli atti e nei rapporti con le lobby degli eurodeputati.

(Unioneonline/l.f.)

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