Vladimir Putin accoglie a San Pietroburgo i presidenti di sei Paesi africani (il più importante è il sudafricano Cyril Ramaphosa, che ospiterà il prossimo agosto un vertice dei Brics) e il primo ministro egiziano che hanno presentato un’iniziativa di pace per l’Ucraina. I colloqui si tengono al Palazzo Konstantinovsky, una delle residenze degli Zar Romanov.

La Russia, ha detto Putin accogliendo le sollecitazioni degli africani, «è aperta al dialogo con chiunque chieda la pace».

Poi ha attaccato Zelensky, affermando che l’Ucraina «aveva già siglato, alla fine di marzo 2022 a Istanbul, un accordo per il cessate il fuoco, ma dopo il ritiro delle nostre truppe lo ha gettato nella pattumiera della storia». Citazione di una celebre espressione di Trotsky.

Ieri i leader africani hanno presentato il loro piano di pace anche a Kiev, che lo ha respinto: «La delegazione era interessata solo a sospendere il mandato d’arresto di Putin da parte della Corte penale internazionale», ha detto  Mykhailo Podolyak, consigliere dell'ufficio presidenziale ucraino.

«Era uno dei punti della proposta di pace, indicato come primo passo per costruire la fiducia per poi passare ai successivi punti, che mi pare interessassero poco. Erano interessati solo a sospendere il mandato d’arresto. Dipendono dalla Russia, per i fertilizzanti minerali, le forniture aggiuntive di materie prime, forniture di denaro e persino milizie armate che la Russia a volte esporta nei Paesi africani».

Per Podolyak l'unico vero piano per porre fine alla guerra «è il piano di pace in 10 punti presentato dall'Ucraina che prevede l'immediato ritiro delle truppe russe dal nostro territorio, l'istituzione di un tribunale per i crimini di guerra russi, il rilascio di tutti i prigionieri e le persone trasferite con la forza».

(Unioneonline/L)

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