Rimane tesa la situazione al confine tra tra Israele e Gaza.

Nel pomeriggio di oggi si sono verificati nuovi scontri: secondo quanto riporta l'agenzia palestinese Wafa, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco ferendo tre palestinesi a Jabalia, nel nord della Striscia. Tra loro anche un giovane di 17 anni.

Nella stessa zona, i militari hanno lanciato gas lacrimogeni ed esploso colpi d'arma da fuoco per disperdere alcuni manifestanti.

Nel corso degli scontri scoppiati venerdì durante la "Marcia per il ritorno", 17 persone sono morte e oltre 1.400 sono rimaste ferite.

In termini di vittime si è trattato della giornata peggiore dalla guerra del 2014, data dell'ultimo conflitto fra Israele e Hamas, che da allora osservano un teso cessate il fuoco.

NETANYAHU: "NESSUNA INDAGINE INDIPENDENTE" - Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, intanto, ha elogiato i soldati per avere "protetto i confini del Paese": "Ottimo lavoro - ha dichiarato, aggiungendo che - Israele agisce con vigore e determinazione per proteggere la sua sovranità e la sicurezza dei suoi cittadini".

Ha inoltre respinto la richiesta del segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e dell'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Federica Mogherini di aprire "un'indagine indipendente e trasparente" sui violenti scontri di venerdì

"Non ci sarà alcuna commissione di inchiesta", ha fatto sapere il ministro della Difesa israeliano, Avigdor Lieberman, alla radio pubblica israeliana, definendo che le richieste di un'indagine indipendente "ipocrite".

Sui fatti è intervenuto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha attaccato Netanyahu definendolo un "terrorista" e parlando dell'azione dell'esercito israeliano come di un "attacco disumano".

(Unioneonline/D-F)

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