Aerei israeliani hanno colpito la scorsa notte la casa a Gaza di Ismail Haniyeh, capo dell'Ufficio politico di Hamas. Lo ha fatto sapere l'esercito, secondo cui la casa «era usata come infrastruttura del terrore e spesso ha ospitato riunioni dei leader di Hamas per dirigere atti terroristici contro civili e militari israeliani».

I soldati israeliani hanno inoltre localizzato e distrutto un deposito d’armi della forza navale di Hamas «contenente attrezzatura subacquea, ordigni esplosivi e armi».

Le truppe - ha proseguito il portavoce dell’esercito riferendosi sempre all'operazione a Shati nel nord della Striscia - hanno anche «colpito i terroristi e localizzato armi tra cui cinture esplosive, barili esplosivi, lancia granate, missili anticarro, apparecchiature di comunicazione e documenti di intelligence».

Scontri si stanno verificando anche in Cisgiordania, dove tre palestinesi armati sono stati uccisi dopo aver ferito sei civili israeliani in un agguato armato all’ingresso di un tunnel nella zona di Betlemme. Tra i feriti israeliani uno è in condizioni gravi. La polizia ha fatto confluire rinforzi nella zona dell'attentato, nel timore che l'attacco non sia ancora concluso. 

Proseguono intanto le operazioni di Israele nel principale ospedale di Gaza, considerato un sito militare strategico per Hamas. «Effettueremo un'operazione mirata nell'ospedale di al-Shifa. Continuiamo ad andare avanti», ha detto nella tarda serata di ieri il generale Yaron Finkelman sul canale Telegram dell'esercito. Israele accusa Hamas di utilizzare l'ospedale di al-Shifa come base militare. L'esercito israeliano afferma di aver trovato lì «munizioni, armi ed equipaggiamento militare».

Ancora stallo invece sulla tregua umanitaria e le trattative per liberare gli ostaggi. Israele ha respinto la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede «pause umanitarie urgenti e prolungate e corridoi in tutta Gaza per un certo numero di giorni». Il ministero degli Esteri dello Stato ebraico ha rilasciato una dichiarazione affermando che non c'è posto per tali misure finché gli ostaggi saranno tenuti nelle mani di Hamas. Secondo l'ambasciatore di Israele presso l'Onu, Gilad Erdan, la risoluzione è «distaccata dalla realtà ed è deplorevole che il Consiglio continui a ignorare e si rifiuti di condannare o anche solo menzionare il massacro compiuto da Hamas».

Per il quotidiano Haaretz a bloccare un possibile accordo sarebbe la mancata intesa sulla durata dello stop ai combattimenti. «Tel Aviv temporeggia sulla tregua per continuare l'attacco», dice Hamas.

(Unioneonline/L)

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