«Ci incontriamo a Bucarest in un momento critico per la nostra sicurezza e il messaggio di oggi è chiaro: la Nato è qui, la Nato è vigile». Con le sue parole il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – al congresso Aspen – non ha lasciato spazio ad alcun dubbio in merito alle intenzioni dell’organizzazione transatlantica nei confronti del conflitto in Ucraina.

«Sosterremo Kiev fino alla fine, non arretreremo. La guerra di Putin non ci ha fatto dimenticare altri partner, come Georgia, Moldova e Bosnia-Herzegovina. Che sosterremo, in modo che possano difendersi», ha aggiunto. «Se lasciamo che Putin vinca, tutti noi pagheremo un prezzo molto più alto, per molti anni a venire. Perché la lezione appresa dal Presidente Putin e da altri leader autoritari sarebbe che possono raggiungere i loro obiettivi usando la forza bruta. Quindi saranno incoraggiati a usare ancora di più la forza. Questo renderà il nostro mondo più pericoloso. E tutti noi più vulnerabili», ha concluso il segretario Nato.

Nel frattempo il Centro Nazionale della Resistenza ucraina ha reso noto che le unità speciali della Guardia Russa sono arrivate nella regione occupata di Kherson, nel sud del paese, per reclutare nuove leve da inviare al fronte. 

Mosca intende effettuare una mobilitazione nei territori occupati ucraini e sulla sponda sinistra del fiume Dnipro sono già arrivate le unità della polizia antisommossa russa (Omon) provenienti dal Daghestan insieme ai dipendenti degli uffici di arruolamento militare delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Secondo il rapporto del Centro non si può escludere che tutti gli uomini, non solo i possessori di passaporto russo, possano essere richiamati per imbracciare le armi e combattere per il Cremlino: «Gli occupanti non nascondono che il personale sarà coinvolto nell'arruolamento illegale dei residenti della regione con passaporto russo nel mese di dicembre». Da qui l’invito rivolto ai residenti dei territori occupati a lasciare la regione per non diventare una risorsa per la Russia.

Intanto il buio è tornato prepotente su Kiev. La società per l'energia elettrica ucraina Dtek ha annunciato questa mattina la ripresa delle interruzioni della corrente: «A partire da oggi a Kiev riprendono le interruzioni della corrente di emergenza, si sta facendo tutto il possibile per garantire l'elettricità a ciascun utente per 2-3 ore due volte al giorno. I programmi di blackout per la stabilizzazione non funzionano. Non appena riusciremo a riequilibrare la situazione, torneremo al piano a orari", ha aggiunto la società».

A far preoccupare sono anche i nuovi dati Onu. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha reso noto che dall’inizio dell’invasione russa sono morti almeno 6.655 civili e altri 10.368 sono rimasti feriti. I dati reali sono probabilmente molto più alti, anche perché molte segnalazioni di vittime civili devono ancora essere confermate.

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(Unioneonline/v.f.)

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