Giorgia Meloni ottiene da Recep Tayyip Erdogan una sponda per limitare i flussi migratori dalla Libia, cercando di replicare gli sforzi condivisi che hanno frenato quelli sulla tratta Turchia-Italia.

È la principale novità emersa dalle oltre due ore di incontro, a Istanbul, in cui la premier ha ringraziato il presidente turco per gli sforzi di mediazione fra Ucraina e Russia, in particolare sull'accordo sul grano.

Sull'altra grande crisi geopolitica, quella fra Israele e Hamas, c'è decisamente meno enfasi nel resoconto che filtra da fonti italiane, secondo cui la guerra a Gaza è rientrata nel confronto sui grandi temi globali, anche alla luce della presidenza del G7 appena passata sulle spalle del governo di Roma. 

L'Italia sta cercando di muoversi con equilibrio nella polveriera mediorientale, e le tensioni nel Mar Rosso sono l'ultima urgenza geopolitica entrata in modo dirompente nell'agenda anche dell'esecutivo italiano e di Meloni, che ha scelto la delicata missione a Istanbul per iniziare una serie di impegni internazionali (a inizio febbraio il prossimo in Giappone) nell'anno del G7.

LA VISITA – La visita di Giorgia Meloni a Istanbul è iniziata dal Gran Bazar, il mercato più grande e antico della città turca, tappa obbligata per i turisti. Circondata dagli agenti di scorta, la premier ha ricevuto applausi da negozianti e curiosi presenti, scambiando qualche battuta con chi l’ha salutata in italiano.

Poi l’incontro con Erdogan al palazzo Vahdettin, una residenza presidenziale sulla sponda asiatica della città, battuta da un forte temporale.

Fra il colloquio e la cena ufficiale (senza le consuete dichiarazioni finali alla stampa), in circa due ore e mezzo si sono affrontate le priorità condivise fra i due alleati Nato affacciati sul Mediterraneo. A partire dall'instabilità della sponda sud del bacino. L'obiettivo è rafforzare la cooperazione migratoria che, notano fonti italiane, lo scorso anno ha portato a una riduzione del 56% dei flussi irregolari lungo il corridoio Italia-Turchia.

Sul tavolo anche le relazioni bilaterali. L'interscambio commerciale, spiegano fonti italiane, ha superato i 25 miliardi di euro e si avvicina all'obiettivo condiviso di almeno 30 miliardi nel 2030. Sono state esaminate anche le opportunità economiche per le aziende italiane, in particolare nel settore della Difesa, e quindi per Leonardo.

I droni Astore potrebbero essere equipaggiati con missili leggeri o razzi guidati come il sistema Cirit della società turca Roketsan. 

(Unioneonline/v.l.)

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