Si è tolta la vita perché - come emerge dagli ultimi sms e dalle mail inviate alle amiche - le botte del fidanzato lei, appena diciottenne, se le meritava.

Emily Drouet è una delle tante - purtroppo - vittime di violenza che nulla ha potuto fare per liberarsi del suo aguzzino e del senso di colpa che l'ha portata a credere di essere responsabile di quegli abusi, di meritarli in qualche modo.

"È colpa mia. L'ho fatto arrabbiare", sono le parole pronunciate e scritte dalla 18enne poco prima che si togliesse la vita e che sono state riprodotte - per volere della mamma - su dei poster che campeggiano nell'università di Aberdeen, che la ragazza frequentava, e di altri atenei scozzesi.

Una campagna d'informazione affinché la scomparsa della ragazza possa in qualche modo aiutare altre giovani donne a capire che "la violenza non è mai giustificabile, che non sono sole, che una via d'uscita c'è, sempre".

Emily aveva conosciuto quello che sarebbe diventato poi il suo aguzzino all'università: Angus Milligan, era uno studente di psicologia di qualche anno più grande, bravo negli sport e bello.

Nessuno avrebbe mai potuto credere che dietro il suo aspetto perfetto, si nascondesse una personalità così violenta. Angus la prendeva a schiaffi, le sferzava di calci e le stringeva il collo. La 18enne niente è riuscita a fare per liberarsi dalle insidie di quella relazione.

(Redazione Online/s.a.)
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