Arresti a raffica a Manila, nelle Filippine, dove gli agenti hanno scovato 542 stranieri che lavoravano in nero. Quattrocento dei quali sono cinesi, gli altri provenienti da Myanmar, Malesia, Vietnam, Taiwan e India.

Il commissario per l'immigrazione Jaime Morente e altri funzionari hanno specificato che non avevano alcun tipo di permesso e frodavano vittime principalmente residenti in Cina.

L'operazione è stata possibile grazie anche alla collaborazione di Pechino che ha fornito informazioni utili agli inquirenti filippini.

Il Paese da anni vive una situazione drammatica non solo per quanto riguarda l'occupazione. Una recente inchiesta dell'Onu ha messo in evidenza la violazione dei diritti umani, tra esecuzioni di morte e spaccio di droga con conseguenti ritorsioni a chi si oppone ai trafficanti.

(Unioneonline/M)
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