Le immagini dell’incontro sulla crisi ucraina hanno fatto il giro del mondo. Emmanuel Macron e Vladimir Putini si sono visti al Cremlino, separati da un lunghissimo tavolo che li teneva a distanza di 4 metri.

Nessuna stretta di mano, i due si sono tenuti sempre a debita distanza. E oggi fonti giornalistiche presenti lunedì all’incontro a Mosca hanno spiegato il motivo: Macron, una volta arrivato in Russia, ha rifiutato di sottoporsi a tampone molecolare per non lasciare il suo Dna ai russi.

L'Eliseo conferma che ci sono stati problemi di "tempistica" che hanno consigliato all'entourage di Macron di rinunciare all'opzione di "un minor distanziamento" che sarebbe stata possibile effettuando il tampone all'arrivo.

Ma non commenta le voci secondo cui il tampone sarebbe stato rifiutato affinché “il Dna del presidente non finisse nelle mani dei russi”.

Il presidente ha "fatto quello che era necessario fare come sempre quando viaggia, così come tutta la sua delegazione", dicono fonti della presidenza francese. "La questione - sottolineano - è soltanto quella delle condizioni del tampone, ma questi sono elementi che spetta al medico decidere. Stiamo parlando di questioni come la persona che esegue il tampone, come il tampone viene praticato e quali sono le esigenze imposte in termini di tempistica (ad esempio, presentarsi molto in anticipo per il test). Abbiamo semplicemente ritenuto che le condizioni che avrebbero consentito un minore distanziamento non erano accettabili per noi e abbiamo scelto l'altra opzione proposta dal protocollo russo".

(Unioneonline/L)

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