"I dati ci mostrano che non c'è motivo di cambiare i nostri piani".

Con queste parole il primo ministro britannico Boris Johnson ha annunciato l'intenzione di confermare la sua roadmap contro la pandemia e la parziale riapertura da lunedì 12 aprile, dopo un lungo confinamento. Grazie al sacrificio degli inglesi, ha detto, potranno adesso riaprire negozi, parrucchieri e anche i pub per il servizio all'aperto: "Ci andrò pure io lunedì ad alzare un bicchiere".

Con una campagna vaccinale che funziona (31milioni di abitanti già sottoposti alla prima dose e oltre 5 milioni alla seconda) e un calo dei contagi (ai minimi degli ultimi sei mesi con 26 morti nelle ultime 24 ore), da venerdì prossimo il governo britannico offrirà all'intera popolazione due tamponi gratuiti la settimana. Un modo per tenere sotto controllo i contagi ed eventuali focolai.

Quanto al passaporto vaccinale "pone questioni morali ed etiche" fa presente il premier, il quale comunque prende tempo. Di sicuro - dice - "non verrà chiesto alcun 'certificato' o 'covid status' a chi si recherà in negozi o pub da lunedì, né pensiamo ad una cosa simile per la fase tre della roadmap. L'idea però di uno status sul vaccino può essere utile per i viaggi a livello internazionale e ci stanno pensando in molti".

Sui viaggi internazionali Downing Street non ha ancora preso alcuna decisione per ora: si attende un aggiornamento nei prossimi giorni e si punta al 17 maggio, ma il premier intanto consiglia di astenersi dal prenotare le vacanze "fino a quando il quadro non sarà più chiaro".

Downing Street sta per ora preparando un piano per le vacanze che prevede una classificazione a "semaforo" dei Paesi basato sulle vaccinazioni e i casi di coronavirus: i britannici che si recheranno in quelli "verdi" non dovranno stare in quarantena al rientro nel Regno.

(Unioneonline/D)
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