Mentre in Italia fa discutere il green pass obbligatorio per il personale scolastico, uno studio dei Center for desease control and prevention (Cdc), ente della sanità pubblica Usa, ci aiuta a capire i rischi della presenza di un adulto positivo in classe.

I fatti sono avvenuti in una scuola elementare di Marin County, California, dove non c’è l’obbligo di vaccino per docenti e personale, a differenza di quel che accade in altri distretti scolastici come quello di New York.

L’insegnante, non vaccinata e positiva alla variante Delta, ha contagiato metà degli alunni della sua classe e, indirettamente, alcuni loro familiari. Un focolaio che ha riguardato in totale 26 persone.

Gli alunni erano tutti under 12, troppo giovani per essere vaccinati. La docente ha mostrato i primi sintomi il 19 maggio, ma ha lavorato altri due giorni prima di sottoporsi a tampone: leggeva ad alta voce, e senza mascherina, a una classe di 24 studenti, nonostante le mascherine siano obbligatorie negli Usa per prof e studenti.

Il 23 maggio ha fatto sapere di essere positivi, e nei giorni successivi sono risultati positivi altri 12 alunni: tutti quelli della prima fila, 3 su 5 nella seconda fila e 4 su 14 nelle ultime tre file. Contagiati anche sei studenti di un’altra classe e almeno otto tra genitori e fratelli dei bimbi (tre di questi erano vaccinati con ciclo completo).

Dal sequenziamento e dall’analisi dei campioni è stato accertato che i contagi provenivano senza dubbio dallo stesso focolaio.

Sono tre i fattori scatenanti secondo i ricercatori dei Cdc: l’alta trasmissibilità della variante Delta, l’insegnante non vaccinata e il fatto che la docente non indossasse neanche la mascherina.

I Cdc hanno anche sottolineato che, con il 72%, la contea di Marin ha il più alto tasso di vaccinazione della California, cosa che ha limitato il focolaio a 26 persone. Senza un’elevata copertura vaccinale sarebbero state molte di più.

“La cosa più importante che possiamo fare per proteggere i ragazzi, in particolare quelli troppo giovani per essere vaccinati, è assicurarsi che gli adulti con cui hanno contatti, compresi gli insegnanti e il personale scolastico, lo siano” ha affermato Jennifer Nuzzo, epidemiologa della Johns Hopkins University, commentando lo studio.
(Unioneonline/L)

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